Chiude dopo mezzo secolo la storica barberia di Santa Teresa

Dopo oltre cinquant’anni di attività ha deciso di chiudere la sua storica barberia a Santa Teresa. Roberto Pace, 68 anni, ha impugnato forbice e pettine l’ultima volta lo scorso 7 marzo, alcuni giorni prima del ‘lockdown’ deciso dal Governo per contrastare l’emergenza Covid-19. Dopo oltre un mese di attesa la decisione, presa a malincuore, di abbassare definitivamente la saracinesca. “Ero già in pensione da alcuni anni – ci racconta Roberto- questa crisi sanitaria mi ha convinto a dire basta. Mi sarebbe piaciuto salutare per l’ultima volta tutti i miei clienti. Non è stato possibile, spero di poterli incontrare presto per le vie del paese”.

Si è avvicinato a questo mestiere all’età di 14 anni, come apprendista nel salone dei fratelli Marchese, Antonio e Adriano, a Villa Raspa. Nel dicembre del 1970, all’età di 18 anni, ha deciso di aprire un locale tutto suo. Inizialmente la sua bottega era vicino l’attuale banca Caripe. Quando aprì la sua attività Santa Teresa era poco popolata, ma già nell’aria si avvertiva lo sviluppo sociale e urbanistico che negli anni a venire avrebbe trasformato la frazione. Nel frattempo ha svolto anche il servizio militare per 18 mesi. Al rientro ha ripreso il lavoro, nella nuova location, in via Mare Adriatico, vicino la pompa di benzina Api, e infine in via Tavo, dove ha lavorato fino a poche settimane fa. Nel mezzo il matrimonio con la moglie Adriana e l’arrivo dei tre figli: Alessio, Alba e Raffaella. Roberto costituisce la memoria storica della frazione, il classico barbiere di un tempo, amico e confessore, punto di riferimento del quartiere, dove arrivavano le notizie, e dove in molti passavano parte del proprio tempo libero, solo per scambiare qualche battuta con gli altri. “Quando un cliente si sedeva sulla poltrona era inevitabile che si parlasse di tutto. Io ho sempre ascoltato i racconti, ma non li ho mai divulgati, nemmeno in famiglia. Ero un confessore”. I suoi clienti non erano solo del posto. In tanti scendevano da Spoltore, oppure arrivavano da Cepagatti, Villanova, Pianella e Villa Raspa. “Veramente tanti. Li ricorderò tutti con affetto”.

Un pezzo di storia di Santa Teresa che meritava di essere raccontata, una passione, un’arte svolta per  oltre 50 lunghi anni, in un luogo che è diventato un simbolo e che mancherà a molti. Buona pensione Roberto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Costantino Spina

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