1milione per evitare lo “sfratto” degli inquilini spoltoresi in difficoltà economiche

Dalla Regione Abruzzo ecco 1milione per evitare lo “sfratto” anche degli inquilini spoltoresi senza  lavoro e in difficoltà economiche. E’ stata approvata ieri dalla Giunta regionale d’Abruzzo, su proposta dell’assessore ai Lavori Pubblici e Social Housing, Donato Di Matteo, la delibera che prevede il sostegno economico per il pagamento degli affitti da parte degli inquilini morosi incolpevoli. Lo rende noto l’Ufficio stampa dell’Esecutivo abruzzese aggiungendo che “ogni Comune ha individuato i soggetti in possesso dei requisiti richiesti e la Regione stanzierà 1 milione 280mila 929 euro per l’anno in corso”. “Il fondo complessivo stabilito – è un passo della nota – andrà ai Comuni ad alta tensione abitativa, cioè a quelli con particolari problemi relativi agli alloggi popolari, assegnati in base a indicatori quali il numero di sfratti in rapporto alla popolazione. I Comuni, infine, assegneranno le somme in funzione delle richieste pervenute sulla base degli avvisi pubblici, tenendo conto anche delle somme residue dell’annualità precedente” si legge nella nota diffusa. “Con questa delibera siamo andati incontro alle esigenze di quei cittadini che in questo momento di crisi economica non possono permettersi di pagare interamente l’affitto – spiega l’assessore Di Matteo in un altro passo della nota -. Ogni anno la Regione Abruzzo stanzia un fondo capace di sostenere in parte quelle famiglie che hanno un reddito basso”. Anche nei mesi scorsi, sempre su proposta dell’assessore Di Matteo, è stata approvata la delibera riguardante la ripartizione per l’anno 2015 del Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli, assegnati alla Regione Abruzzo dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per un totale di circa 452mila euro. “Per morosità incolpevole – spiega ancora Di Matteo – si intende la sopravvenuta impossibilità a provvedere al pagamento del canone locativo a seguito della perdita o consistente riduzione della capacità reddituale del nucleo familiare a causa della perdita del lavoro per licenziamento, di accordi aziendali o sindacali con consistente riduzione dell’orario di lavoro, per cassa integrazione ordinaria o straordinaria che limiti le capacità reddituali, per il mancato rinnovo di contatti a termine o di lavori atipici, per cessazioni di attività libero-professionali o di imprese registrate derivanti da cause di forza maggiore o da perdita di avviamento in misura consistente, per malattia grave e per infortunio o decesso del componente del nucleo familiare, che abbia comportato o la consistente riduzione del reddito complessivo del nucleo medesimo o la necessità dell’impiego di parte notevole del reddito per fronteggiare rilevanti spese mediche e assistenziali”.

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