Dopo la “Fase Due” serviranno nuove idee in aiuto alle imprese spoltoresi

Come è ormai noto, quello che sarà il post-shock da Coronavirus per l’economia spoltorese  non ci lascia ben sperare. Per questo motivo serviranno delle azioni concrete da parte delle istituzioni (a tutti i livelli) volte a supportare quella che potrebbe essere la “crisi del terzo millennio”. Di fatto, tante realtà, dopo due mesi di inattività sono già in una condizione talmente critica da sembrare irreversibile. Per questo motivo molti comuni italiani stanno impegnando energie straordinarie che, in aggiunta alle misure governative adottate con il decreto ‘Cura Italia’, cercano il più possibile di aiutare le micro economie locali. Per quanto riguarda la nostra Spoltore, dove esercitano principalmente attività commerciali di vendita al dettaglio in sede fissa, esercizi di vicinato e piccoli artigiani, perché di industrie ce ne sono poche, servirebbero degli interventi specifici, mirati e proporzionati. Non basteranno le solite e sbrigative agevolazioni fiscali per ridurre imposte e tasse, ma idee e nuova ‘linfa’ per la sopravvivenza di realtà già da tempo sofferenti ed oggi agonizzanti. Per esempio, nell’immediato, si potrebbe studiare un bando ad hoc per finanziare a fondo perduto quelle attività commerciali che a causa delle restrizione dovute alla pandemia in corso hanno dovuto obbligatoriamente chiudere e che, quindi, hanno registrato zero incassi giornalieri. Ovviamente per agire in questa direzione e cercare di salvare il più possibile l’economia territoriale spoltorese servirà attingere il massimo dalle possibilità finanziarie dell’Ente, anche stravolgendo capitoli di bilancio già stabiliti e dedicati a quelle opere ritenute necessarie prima dell’emergenza Covid-19 e che magari adesso possono essere messe in secondo piano. Ovviamente, contestualmente all’aspetto economico a supporto dei privati bisognerà studiare dei piani, stavolta efficaci davvero, per rendere attrattiva la nostra Spoltore nel prossimo futuro ed adeguare il necessario a quello che sarà un turismo certamente diverso da quello concepito fino a qualche mese fa. Crediamo che non potranno più essere commessi errori negli indirizzi necessari alla vita delle strutture ricettive locali, i B&B, i bar, i ristoranti ed i negozi tutti. E’ evidente, ormai, che non possono più essere rimandati percorsi protetti per la separazione del traffico, un collegamento green con l’area urbana pescarese. Da ora in poi la gente, anche per motivi di lavoro, avrà bisogno di spostarsi in maniera indipendente ed il più possibile all’aria aperta, e quindi non potranno più essere oggetto di miopia culturale le giuste infrastrutture come le piste ciclabili e i percorsi ecologici. Di certo nessuno può più convincersi di essere desto mentre resta fermo ad aspettare che il tempo passi e che qualcun’altro risolva i problemi. Non si può più essere “colpevoli di indolenza” di fronte alle proprie responsabilità ed essere convinti di essere desti.

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