“Febbre del gioco”, gli Spoltoresi spendono ogni anno 46 milioni di euro

A Spoltore si gioca d’azzardo. E anche tanto. A sostenerlo è un’accurata ricerca nazionale sulle ludopatie chiamata “L’Italia delle Slot” che è anche un’applicazione realizzata dal Gruppo L’Espresso attraverso la quale è possibile carpire informazioni fondamentali sui numeri da capogiro del “business delle macchinette”. La spesa pro-capite (per ciascun abitante di Spoltore) ammonta, ad esempio, a 2.404 euro all’anno. Un dato che deve far riflettere le Istituzioni e il grande pubblico perchè è nettamente superiore a quanto accade nei comuni vicini, quello di Pescara e Montesilvano. Nella nostra città si consumano o bruciano nel gioco oltre 46 milioni di euro. Quarantasei milioni di euro all’anno! Una cifra enorme che dà il senso della misura di quel che parliamo. Nel capoluogo adriatico (Pescara) invece, per ogni abitante, la spesa media è più bassa: 983 euro su una popolazione di 120.420 residenti; complessivamente 118 milioni di euro. Non se la passa meglio, anzi va peggio agli abitanti di Montesilvano che consumano 1.368 euro (media pro-capite) per un totale di 74 milioni di spesa annua (54.152 gli abitanti del comune). Ma tornando alle vicende di casa nostra, possiamo considerare che a Spoltore la componente più alta della spesa riguarda le Vlt (videolottery): sono apparecchi da intrattenimento simili alle slot machine dalle quali si differenziano per le modalità di gioco più evolute. Gli spoltoresi spendono per giocarci 1.919 euro (pro capite) all’anno. In totale gli apparecchi installati sono 61 mentre le Awp, meglio conosciute come new-slot, una versione più moderna delle precedenti, sono in totale 171. La differenza tra le new-slot e videolottery è nel funzionamento e nella possibilità di installazione: le prime possono essere messe anche nei locali pubblici; le seconde devono essere collocate in sale dedicate. Ora, con questo articolo non vogliamo dire che gli spoltoresi siano esattamente un “popolo di giocatori”, lo studio infatti non considera un elemento importantissimo, che non va sottovalutato, chiamato ‘turismo ludopatico’. Molti giocatori abituali, infatti, si recano nei comuni limitrofi per non essere visti da parenti o conoscenti che potrebbero rivelare un scomodo segreto o, peggio, la dipendenza dall’azzardo. Se si considera, poi, che nel nostro territorio sono presenti diverse sale dedicate al gioco, ecco spiegato il perchè di una spesa pro-capite così alta, appunto da “popolo di scommettitori”. Ma questo non deve comunque far abbassare la guardia su un fenomeno sociale molto pericoloso. Anzi l’attenzione deve essere massima perchè la schiavitù patologica dal gioco spesso mette in ginocchio interi nuclei familiari, distrugge vite, aumenta la diffusione di fenomeni criminali insopportabili come l’usura. Ma questa montagna di denaro a chi va? Ogni slot assicura all’Erario un introito annuo di circa 15mila euro annui (18mila euro per le videolottery). Mentre il compenso che resta alla filiera della raccolta (concessionari, gestori ed esercenti) è di circa 10mila euro l’anno. Perciò si capisce che, in fondo, è una realtà che fa comodo a tanti..

Costantino Spina

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