Il calvario del ciclista che ‘eroicamente’ decide di andare a Pescara

I signori del governo, i sindaci, i presidenti delle province e delle regioni, gli assessori e i consiglieri vari che non passa giorno che non si riempono la bocca con il mantra della mobilità sostenibile e delle piste ciclabili dovrebbero ammettere, che al di là delle belle parole, non sono in grado di investire nella costruzione di percorsi ben fatti e comodi riservati alle biciclette e di mantenerli in efficienza. Dal momento che non riescono a stanziare fondi adeguati nemmeno per la viabilità ordinaria, notoriamente in pessime condizioni sia per il manto stradale spesso costellato di buche (e la Raggi ne sa qualcosa), sia per la carenza di una segnaletica orizzontale chiara e visibile, come possono pensare ragionevolmente di poter investire nella mobilità sostenibile? Lo sappiamo per loro contano quelle iniziative che portano voti, come le famose mance elettorali. Le priorità per loro poi sono altre come quella di assicurare la pensione ai parlamentari dopo appena 4 anni di legislatura. E’ impensabile chiedere loro un atto di coraggio e ammettere sinceramente che non c’è spazio per le biciclette e anzi di scoraggiarne l’uso: salverebbero così la vita alle centinaia di ciclisti che si ostinano a morire al ritmo di uno ogni 35 ore, oltre a risparmiare ingenti somme per curare qualche migliaio di feriti. Ne sappiamo qualcosa noi di Spoltore dove non esistono piste ciclabili e la specie homo “pedalantis” è quasi del tutto estinta come i dinosauri. I rari ciclisti rimasti che con sprezzo del pericolo si ostinano ad utilizzare le due ruote per i loro spostamenti ne sanno qualcosa. Se per necessità debbono raggiungere il capoluogo, adottano elaborati accorgimenti che riducono al minimo i rischi: valutano i percorsi alternativi, hanno  in mente  stampata la mappa delle insidiose buche presenti lungo i vari tragitti ed evitano le strade, quando possibile, più affollate e pericolose  come la S.S. 602 che si immette in viale Europa e da qui nell’infernale budello di via Del Circuito, porta d’ingresso nel territorio di Pescara. Se proprio non possono farne a meno, oltre alle precauzioni di rito, evitano la sirena della pista ciclabile del lungo fiume Nord, che dopo poche centinaia di metri, senza preavviso si interrompe proprio all’altezza del ponte in legno che in teoria consentirebbe di attraversare il fiume Pescara per ritrovarsi a Pescara Porta Nuova se non fosse che anche il ponte è fuori uso.  Se poi commettono l’errore dovranno tornare sulla micidiale via del Circuito con tutte le conseguenze del caso. Qui il pericolo maggiore non è rappresentato dalle buche, ma dagli automobilisti inferociti con i ciclisti che rallentano in modo insopportabile il traffico cittadino. In quel tratto essi, subiscono impassibilmente  le contumelie e gli assordanti strombazzamenti dei novelli Schumacher perché  sanno che è opportuno risparmiare il fiato e cercare di respirare il meno possibile per evitare di riempirsi i polmoni di polveri sottili. Una volta usciti indenni da via del Circuito ricominciano a respirare moderatamente e finalmente possono circolare per le vie centrali di Pescara  con relativa tranquillità. Sulla riviera, meta ambita nella bella stagione, possono circolare con maggiore sicurezza e percorrere una stretta pista ciclabile quasi sempre molto affollata, facendo, beninteso,  molta attenzione perché essendo riservata anche ai pedoni, risulta non priva di pericoli. Sanno anche che non è opportuno pedalare sui marciapiedi o parcheggiare nelle aiuole  la propria bici, correrebbero il serio pericolo  di essere multati dagli intransigenti tutori della viabilità cittadina. Infine sanno anche che le emozioni  non sono finite perché c’è ancora il viaggio di ritorno che li aspetta con le stesse insidie e pericoli di quelle dell’andata e che dovranno armarsi delle stesse precauzioni della partenza quando da Spoltore erano diretti a Pescara.

Lettera firmata

Nota di redazione

Prendendo spunto dalla bellissima lettera che ci hanno inviato e ricordando quanto abbiamo già scritto sulla questione, invitiamo l’Amministrazione di Spoltore a prendere contatti col prof. Stefano Civitarese, assessore all’Urbanistica del Comune di Pescara, uno dei principali esperti del settore – tra l’altro, anche residente nel centro storico – allo scopo di avviare un tavolo per affrontare le problematiche ‘a due ruote’ della nostra città.

Sn.it

CONDIVIDI POST

Rimani Connesso

Altri Aggiornamenti