Nuova Pescara verso l’affossamento della proposta di legge

Ancora ritardi per la “Nuova Pescara”, rinviata la discussione in commissione regionale. E’ stata rinviata a data da destinarsi la discussione all’ordine del giorno fissato per ieri, mercoledì 27 giugno 2018, in sede di Prima Commissione Consiliare Permanente Bilancio, Affari Generali e Istituzionali della Regione Abruzzo. Si sta temporeggiando ulteriormente a riguardo di una proposta di legge che come noto ha ottenuto anche il ‘placito’ del popolo sovrano il quale si è palesemente già espresso nel 2014 attraverso un referendum. Si tratta di un evento storico per la nostra regione, la costituzione della città più grande d’Abruzzo momentaneamente denominata Grande o Nuova Pescara. Da quanto emerge dalle svariate dichiarazioni politiche trasversali, in discussione non sarebbe la fusione fra i comuni di Spoltore, Montesilvano e Pescara, bensì i tempi nei quali questa unione dovrebbe concretizzarsi. Nelle parole del Presidente della suddetta commissione , Maurizio Di Nicola, le intenzioni della maggioranza in Consiglio Regionale che “intende tener fede all’impegno che nasce dal voto popolare che ha sancito nel 2014 la volontà di vedere insieme le comunità di Spoltore, Montesilvano e Pescara”. Anche le dichiarazioni di esponenti pentastellati all’interno dell’EmicicloRiccardo Mercante ha ricordato di avere depositato una proposta di legge da due anni – sostengono il dovere della politica di accorciare i tempi sempre nel rispetto dell’esito referendario. Invece, il centro destra in opposizione sarebbe più propenso ad allungare i termini per definire e continuare a capire i metodi e le regole che determineranno l’epocale nascita di questa idea espansionistica metropolitana. Lorenzo Sospiri, per esempio, ha chiesto soldi alla Regione perché “la Grande Pescara diventi davvero conveniente” per gli oltre 200mila cittadini nuovi pescaresi. Mentre potrebbero risultare fuori contesto alcune tesi a sostegno di ‘congiure’ che metterebbero in dubbio la capacità di intendere e di volere di quegli elettori cittadini, spoltoresi, montesilvanesi e pescaresi che avrebbero potuto subire una subliminale campagna elettorale a favore della fusione amministrativa dei tre comuni interessati. E’ ovvio che i rappresentanti eletti dal popolo non possono mai mettere in discussione le capacità cognitive dell’elettore e quindi ogni esito delle urne deve essere una indiscriminata presa d’atto. Quest’ultimo è un concetto elementare a tutela della legittimazione della democrazia rappresentativa. Ci auguriamo che i tempi, ed i denari spesi per affrontarli, siano sempre a favore e dalla parte della cittadinanza, in questo caso dei futuri cittadini della “New Pescara”.

Simone C.

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