Si chiama Aaron ed è un Rottweiler il cane molecolare spoltorese

Aaron è un Rottweiler di 6 anni e mezzo, a pelo corto, che ha avuto un addestramento di discriminazione olfattiva (cane molecolare). Insieme al suo proprietario, Francesco Sacco, presidente dell’associazione Abruzzo K9, l’unità cinofila di Santa Teresa di Spoltore, era stato chiamato per supportare la ricerca di Alessandro Neri, scomparso lo scorso 5 marzo e trovato purtroppo senza vita l’8 marzo, subito dopo che il suo cellulare era stato localizzato in località San Silvestro. Francesco ci ha accolti nella sua sede operativa, a pochi metri dal casello autostradale di Villanova di Cepagatti. Dopo aver chiarito di non poter raccontare i dettagli dell’operazione, su cui vige il più stretto riserbo, come giusto che sia, ci ha parlato di come sono andate le cose: “Siamo stati chiamati per aiutare le ricerche. Quando abbiamo iniziato il nostro lavoro pensavamo di trovare Alessandro ancora in vita”. “Spesso – prosegue l’addestratore – le persone si possono allontanare per tantissimi motivi: perdita di memoria, un malore, magari una delusione, problemi sul lavoro. In passato abbiamo effettuato diverse ricerche concluse positivamente”. Il cane, dopo aver annusato un indumento della persona da trovare, fiuta le tracce sul terreno e una volta scoperta gli fa le feste e ci gioca. “Trovare un corpo senza vita – ci spiega Francesco – è un brutto colpo anche per lui”. Da quando il nome dell’associazione è venuto fuori c’è stato un vero e proprio assalto. “Non tutti – si lamenta Francesco – hanno avuto la vostra delicatezza e accortezza, in tanti  si sono approcciati anche con maniere non proprio corrette”. Ma quanti sono i cani impiegati in queste missioni? “Al momento abbiamo tre cani addestrati a questo lavoro: Aaron appunto, un weimaraner a pelo lungo e una meticcia border collie-pastore abruzzese“. “Durante le ricerche – ci racconta – il lavoro più importante lo fa il cane, ma poi c’è anche l’apporto del conduttore, che non deve essere da meno, che deve capire cosa vuole indicare il cane”. Si lavora in squadra, ogni cane deve stare con il suo addestratore. “La difficoltà sta nel creare una fortissima motivazione nell’animale e posso solo dire – conclude Francesco – che nel caso di Alessandro, con le condizioni ambientali di quei giorni non proprio ottimali, Aaron ha dato il 150% delle sue possibilità, portando a termine questo lavoro”. Il rammarico è ovviamente quello di non aver trovato Alessandro vivo ma non certo per colpa di Aron ed il suo bravissimo addestratore.

Costantino Spina

 

 

 

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