Famiglia sfrattata dalla casa popolare occupata in via Montesecco

E’ durata quasi tre anni e si è conclusa drammaticamente, la storia di una famiglia spoltorese che da settembre 2015 ha abitato in un appartamento popolare in via Montesecco nel centro urbano del nostro territorio. Un giovane ragazzo, con un gesto estremo, aveva sfondato la porta di un alloggio di proprietà dell’Ater (Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale) per dare un tetto alla propria famiglia composta dalla sua compagna altrettanto giovane e due bambine piccole. Lo scorso venerdì, 11 maggio 2018, il triste episodio che ha visto le forze dell’ordine cacciare i quattro nostri concittadini fuori casa, a quanto riferitoci, senza nessun preavviso. Purtroppo è chiaro che anche in questo caso qualcosa non ha funzionato nella società e nei servizi sociali. Si evidenzia una debolezza dello ‘stato’ il quale nel dover far rispettare le regole sembra essere in difficoltà nel garantire alcuni diritti che formano anche la dignità degli individui. Abbiamo avuto modo di dialogare con il capofamiglia protagonista di questa vicenda, ovviamente è molto provato, deluso dalle istituzioni alle quali sembrerebbe essersi rivolto più di una volta per cercare di risolvere al meglio la situazione venutasi a creare, con l’obiettivo di tutelare la sensibilità e l’incolumità delle ‘creature’ che è tenuto a difendere e crescere come padre, ma a quanto pare senza esito positivo. Questa azione drastica da parte della giustizia potrebbe essere correlata all’esigenza della stessa Ater la quale, l’anno scorso, accortasi di un’emergenza abitativa nel contesto metropolitano, ha “sollecitato gli Ufficiali Giudiziari per accelerare l’esecuzione degli sfratti già disposti ed in corso per le occupazioni avvenute con violazione della legge penale (n.100 a Pescara, n.2 a Spoltore e n. 4 a Montesilvano)”. Ci auguriamo che presto questo tipo di disagi verranno risolti a favore di tutti e per ristabilire un equilibrio sociale. Va ribadito che, il diritto all’ ‘abitazione’ è sancito dalla radice ‘sacra’ della Dichiarazione Universale Dei Diritti Umani e chiunque, nei limiti delle sue possibilità e competenze ha l’obbligo di impegnarsi al massimo per rendere il giusto merito a quel concetto espresso alla maniera di un capolavoro dalla Corte Costituzionale della Repubblica Italiana quando sentenziò che “è doveroso da parte della collettività intera impedire che delle persone possano rimanere prive di abitazione”.

Simone Ciuffi

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