Folla e commozione autentiche per l’ultimo saluto a Matteo Menchini

Un silenzio straziante ha accompagnato le esequie di Matteo Menchini, lo sfortunatissimo 37enne spoltorese deceduto al termine di una feroce battaglia con la malattia. Piazza Marino Di Resta e via Nora, a due passi dal parco pubblico, dalla scuola primaria Tiziana Fagnani, ma soprattutto la trafficatissima Strada Provinciale per tutta la durata della celebrazione funebre avvolte in un clima surreale. Non un rumore, un grido di un bambino, un fruscio di rami dai vicini alberi o un clacson impazzito nel traffico pre-natalizio. Tutto sembrava essersi fermato in segno di rispetto per l’ultimo saluto ad un giovane leone spoltorese strappato alla vita e agli affetti dannatamente troppo presto. Matteo Menchini, per tutti Matteo, era diventato per tutta Spoltore un simbolo di lotta contro il male della malattia ma sempre col sorriso sulle labbra.

Capita spesso di assistere a funerali: giovani padri o madri, uomini e donne esemplari e addirittura giovani adolescenti. Sulla loro morte e sul perché spesso non riusciamo mai a dare una spiegazione. Però sappiamo che il loro ricordo vivrà sempre in noi. E siamo certi che Matteo sarà ricordato a lungo, per quello che è riuscito a fare, soprattutto per gli altri. Tante le lacrime versate da amici, familiari e semplici conoscenti. C’erano le autorità ma soprattutto tanta gente comune. Gli amici d’infanzia, colleghi di lavoro, ex calciatori e dirigenti del Real Teresa, la società di calcio che per tanti anni ha presieduto, portandola fino alla Prima Categoria. E persone che hanno condiviso con lui la sua sofferenza. Questo lunghissimo silenzio non è stato interrotto nemmeno quando il suo feretro è uscito dalla chiesa. Una folla di persone ha salutato così per l’ultima volta il ‘guerriero’ di Santa Teresa.

Costantino Spina

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