“Ho avuto paura”. Parla la tabaccaia vittima dell’aggressione a Villa Raspa

“Ho avuto paura”. Inizia così il racconto della tabaccaia aggredita in strada a Villa Raspa da un energumeno, ancora ricercato, la sera di lunedì 13 gennaio intorno alle 20.30. Dopo aver chiuso la sua attività commerciale, come ogni giorno, Anna Di Marco si stava recando a piedi presso la propria abitazione, in via Reggio Calabria, che dista appena 200 metri dal negozio, quando c’è stata l’aggressione. Nelle sue parole l’ansia e la paura di quei momenti: “Ero praticamente arrivata sotto casa ma all’improvviso mi sono sentire strattonare. Mi sono voltata ed ho visto questo ragazzo, dalla pelle scura, sbucare dal nulla. Si é avvicinato a me ed ha iniziato a tirare con forza la mia borsa. Ho provato a resistere ma lui, per tutta risposta, mi ha dato un violento calcio sul petto facendomi cadere a terra. Ho gridato, mi ha preso la borsa, dove all’interno c’erano solo venti euro, le chiavi di casa e i documenti, ed è fuggito via. Alcuni vicini che erano nelle vicinanze mi hanno fortunatamente soccorsa subito”. Nel cadere la donna di 63 anni si è procurata un ematoma al polso sinistro, una contusione alla schiena oltre allo shock per il pericolo corso che ricorderà a lungo. “Ero spaventata, lui invece sembrava non averne, nonostante la presenza dei miei vicini di casa a poche decine di metri intenti a sistemare la legna”. Nella giornata di oggi sarà sottoposta ad ulteriori accertamenti per rilevare eventuali infrazioni ossee o lesioni di altra natura. “Considerato come sono andate le cose mi viene da pensare che in questi giorni siamo stati pedinati. In passato abbiamo subito furti ma mai ci saremmo aspettati un agguato sotto casa”, spiega il figlio Luca Di Girolamo, che lavora nell’attività di famiglia. E, in effetti, a nostra memoria un fatto così violento, uno ‘scippo’ in strada, dalle nostre parti, non si era ancora verificato. Perciò bisognerà riflettere, soprattutto chi di dovere, su come organizzare ed eventualmente migliorare il piano di sicurezza che riguarda la complessa realtà di Spoltore, un’area di quaranta chilometri quadrati di territorio, suddiviso in cinque frazioni spesso al buio e di campagna.

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