Kihlgren: “Un modello etico per ricostruire i paesi distrutti dal sisma”

Daniele Kihlgren, 48 anni, imprenditore i che nel ’99 ha creato l’esperienza di Santo Stefano di Sessanio, parla del modello etico da seguire per ricostruire i paesi distrutti dal terribile terremoto che ha colpito le Marche, l’Umbria, il Lazio ed anche il nostro Abruzzo. “Spero che si comincera’ a parlare sempre piu’ di restauratori e sempre meno di palazzinari, perche’ in Italia si e’ costruito abbastanza e ci sono interi borghi abbandonati” queste le parole del 48enne talo-svedese residente da molto tempo nella nostra Spoltore e che molti vorrebbero commissario alla ricostruzione al posto dell’ex governatore dell’Emilia Romagna Vasco Errani. “Al di la’ dell’aspetto culturale -prosegue Kihlgren – quello dei costruttori e’ uno sviluppo vecchio che non rende piu’: si guadagna di piu’ a tutelare e conservare ristrutturiamo un edificio abbandonato, lo vendiamo a 5 mila euro al metro a un inglese e poi lui ce lo fa gestire come albergo”. Su Santo Stefano, ma anche a Matera, nell’altro presidio della sua societa’ Sextantio, spiega di aver “puntato a un restauro del patrimonio storico minore, proprio come potrebbe essere quello di Amatrice. Le esigenze strutturali di tipo sismico non sono in collisione con quelle di restauro vero e proprio e di tutela storico-architettonica: non c’e’ alcun conflitto con la sicurezza – sottolinea – anche ora stiamo facendo interventi con modalita’ estremamente poco invasive per mettere in sicurezza senza contaminare la bellezza”. Ricordiamo che Kihlgren, titolare della società Sexantio, si è servito degli abilissimi restauratori spoltoresi Olivio e Innocenzo Di Gregorio tra i migliori in Italia nel settore tanto da meritare persino una citazione sul prestigioso quotidiano inglese “The Independent”.

daniele kihlgren

Sn.it 

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