Il ‘campo’ massonico di G. Durand tradotto da M.C. Nicolai

È stata pubblicata dalla casa editrice Atanor di Roma l’ultima opera a cura dell’antropologa spoltorese, la professoressa Maria Concetta Nicolai. Si tratta della prima edizione italiana di “Les Mythes fondateurs de la franc-maçonnerie”. “I Miti Fondativi della Massoneria”, questo è il titolo del libro che la nostra concittadina ha tradotto per rendere omaggio e presentare al pubblico italiano uno delgli ultimi capolavori di Gilbert Durand, antropologo e saggista francese. Va ricordato che la nostra concittadina, già al suo ennesimo lavoro letterario, durante la formazione accademica è stata anche allieva dello stesso Gilbert, oltre che di Elémire Zolla. Nel saggio in oggetto viene analizzato e ‘messo in discussione’ il campo massonico universale da una accurata e rivoluzionaria visione descritta dall’autore. “Nessun comportamento più di quello massonico è maggiormente marcato dalla ridondanza: in tutte le fasi del processo iniziatico tutto si ripete per ex-sistere: luci, marce e passi, tutto si ripete di momento in momento, la medesima parola è sempre ripetuta tre volte, la prima volta dal Maestro Venerabile, dopo dal Secondo Sorvegliante e da quest’ultimo risale verso il Primo Sorvegliante per ritornare al Venerabile. E se ci sono i gradi nell’accesso iniziatico, essi sono sempre la ripresa di un thema, di un simbolo, di un gesto da un grado all’altro… la Massoneria, per le sue ridondanza sovramoltiplicate è un terreno privilegiato in cui può impegnarsi un mitoanalista”. Se consideriamo che la professoressa Nicolai è molto legata al mondo massonico con ruoli di prim’ordine, e si è impegnata per la salvaguardia del Palazzo Toppi, storico patrimonio della nostra comunità attualmente all’asta per la sua vendita a qualche ‘benefattore’ privato, magari possiamo sperare che sia qualche loggia massonica locale a farsi carico dell’importante acquisto. Se così fosse il palazzo ex sede municipale potrebbe diventare un ‘Tempio’ e messo a disposizione della collettività per farne un uso socialmente utile, sulla falsa riga di quello che fece nel passato la Società Operaia di Mutuo Soccorso di Spoltore quando acquistò l’attuale sede di Piazza D’Albenzio.

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