Quel “silenzio assordante” sullo Spoltore Ensemble che verrà …

Se volessimo usare un ossimoro come figura retorica potremmo definire “silenzio assordante”, quello che si “respira” in questi giorni a Spoltore in merito alla questione che riguarda la gestione dello Spoltore Ensemble 2016. Noi di Spoltore Notizie, dopo aver appreso e reso noto che, anche quest’anno, il più grande e oneroso festival del nostro territorio verrà assegnato nella gestione e l’organizzazione attraverso un bando pubblico, abbiamo iniziato una sorta di meditazione e una speranzosa attesa che si aprisse un dibattito pubblico civile. Ma ad oggi tutto tace. In sostanza, potrebbe configurarsi lo stesso scenario degli ultimi anni e cioè vedere affidato nelle mani di qualche “sconosciuto” il trentennale evento che da sempre rimarca l’identità’ della cultura spoltorese. Ricordiamo che le ultime due edizioni sono state gestite da delle realtà romane che non conoscevano affatto il nostro territorio e che, naturalmente, non potevano conoscere quella contemporaneità che per gli spoltoresi e’ la vera essenza dello Spoltore Ensemble. Infatti, ciò che larga parte della società, organizzata in associazioni e non, tristemente rimpiange, e’ la mancanza di un coinvolgimento delle realtà territoriali che, con il loro impegno, potrebbero apportare un’armonia fra il luogo e gli ospiti (l’ospitalità), garantendo, in partenza ed a prescindere la riuscita della manifestazione. A Spoltore, di certo, non mancano valide realtà associative culturali ma sono altre identità, provenienti da oltre il confine comunale, ad aggiudicarsi i fondi e l’organizzazione della kermesse di musica, cabaret e teatro. Perchè questo accade? Mancano forse le competenze per la gestione di un evento di qualità? Possiamo rifletterci includendoci. Intanto, la vera novità di quest’anno e’ che saranno ridotti a quattro i giorni della manifestazione verosimilmente con l’obiettivo di valorizzare al meglio il “Rosone del Convento” e quello che per tutti noi rappresenta. Ma anche forse per cercare di attrarre più gente possibile nel nostro centro storico e per mezzo di loro esportare un nostro marchio di qualità, provare a farci grandi culturalmente nei confronti di altre realtà comunali. In dialetto romanesco non sappiamo come si possono tradurre gli appena citati tentativi concettualmente un export a km multiplo. Il tutto, all’apparenza, una riflessione, ma potenzialmente anche un modo per discutere di ciò che abbiamo a cuore e che ci caratterizza; per aprire un dibattito costruttivo. Anche se, ad organizzare lo Spoltore Ensemble non saremo noi, potrebbe non significare che deve venir meno l’impegno di tutti gli spoltoresi a far si che il “Re dei Festival” riesca al meglio delle attuali potenzialità.
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Simone Ciuffi

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