“Lettera al Direttore” sul destino dell’ecomostro di Spoltore

Il turista che visitasse quel ‘gioiellino’ che è l’antico borgo di Spoltore, non potrebbe non  imbattersi in quella “cagata pazzesca”, per dirla alla Fantozzi, che è il Mammuth, e chiedersi e chiedere ai passanti a cosa serve. Nessuno saprebbe dirglielo perché nessuno lo sa con esattezza e forse nessuno saprebbe dire perché lo hanno chiamato così. Il Mammuth spoltorese non ha nulla a che vedere con quegli animali preistorici, antenati degli attuali elefanti, scomparsi circa 3.500 anni fa. A ben pensarci però i due pachidermi (quello preistorico e quello in cemento armato), hanno in comune sia la mole sia il fatto che ambedue si sono estinti. Con la differenza che l’obbrobrio di via Massera, pensato come mercato ortofrutticolo, non è mai entrato in funzione, mentre i Mammuth veri hanno calcato il pianeta per milioni di anni. Purtroppo la dura realtà ha reso impraticabile il progetto nella sua versione di mercato all’ingrosso dal momento che la provincia di Pescara già faceva fronte alla richiesta di grossisti e dettagliandi giacché disponeva di un simile mercato. Anche come mercato ortofrutticolo al dettaglio l’idea non poteva funzionare  e vuoi per timore reverenziale o per eccesso di fiducia negli amministratori, nessuno si  preoccupò di informarne i politici di allora (quelli che hanno approvato il progetto). Se anche tutti gli abitanti di Spoltore fossero diventati vegetariani consumando frutta e verdura dalla mattina alla sera, giammai avrebbero potuto rendere economicamente conveniente l’audace progetto. E’ anche stato utilizzato più volte in occasione degli Spoltore Ensemble, ma finora ha mai trovato un utilizzo stabile. L’ansia di assegnare uno scopo al Mammuth di cemento armato, ha divorato generazioni e generazioni di politici, già dalla fine degli anni 60, quando è stato costruito e  fino ad oggi, quando il nostro sindaco, il ragionier Di Lorito, propone di farne una casa museo dedicata all’automobile forse sulla falsariga del Museo dell’Automobile di Torino che però dispone di ben 11.000 mq di superficie e di circa 200 auto d’epoca. Mi permetto di far sommessamente osservare che di un altro museo dell’auto in Italia proprio non se ne sente il bisogno dal momento che già ne esiste una decina e di tutto rispetto. Mi domando: non sarebbe meglio investire nel sociale le ingenti somme necessarie per realizzare un progetto che  in fin dei conti servirebbe solo a giustificare la scomparsa di quell’ecomostro chiamato Mammuth e pensare ad un utilizzo originale? Io una idea alternativa ce l’avrei. E cioè quella di non demolire affatto l’edificio. Anzi di ristrutturarlo e conservarlo amorevolmente ad imperitura memoria. Cosicché le attuali generazioni e quelle future che o per avventura o perché guidate in apposite visite d’istruzione a Spoltore si aggirassero dalle parti di via Massera, non potrebbero non essere colpite da quel monumento unico nel suo genere che ricorda a tutti  a che cosa portano la superficialità e la vanagloria umana quando mancano i controlli dei cittadini.

Lettera Firmata

Nota del Direttore

Caro Lettore, come certamente avrà avuto modo di osservare nei nostri scritti ed anche sulle pagine facebook del nostro quotidiano online, moltissimi cittadini spoltoresi, come Lei, si sono espressi con un maggioritario ‘non gradimento’ verso la proposta di riqualificazione in una “Casa Museo” dedicata ai motori ed alla velocità. Per quanto riguarda il destino dell’ecomostro di via Massera, quello che è emerso e ci sembra sia stato richiesto sembra concretizzarsi in un uso alternativo finalizzato, soprattutto, alla fruibilità ed al godimento sociale oltre che al rilancio del centro storico in termini di ‘traffico di utenze’. Piace molto, tanto per fare un esempio, la proposta di realizzazione un centro polifunzionale con piscina e spazi da destinare ad attività aggregative, convegnistiche, musicali ed artistiche. Naturalmente l’aspetto finanziario della questione non è di poco conto né é stato adeguatamente approfondito poichè il costo collettivo delle riqualificazione di quella struttura, non è assolutamente irrilevante. Grazie per il suo prezioso intervento.

Ps1: rinnoviamo a chiunque l’invito a formulare proposte o intervenire sull’argomento mandando una mail all’indirizzo info@spoltorenotizie.it

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