Amicone (ARTA) scatenato risponde a Mayo: “Cerca solo visibilità”

Non si placa la polemica intorno alla sospensione dal lavoro dell’ingegnere spoltorese Carlo Spatola Mayo. Stavolta a rompere il silenzio è il direttore generale dell’Agenzia Regionale Tutela Ambientale (ARTA) Mario Amicone che, in una nota ufficiale, non le manda certo a dire, e ne ha per tutti.

Dalle notizie che i media stanno facendo circolare in questi giorni sembra che il dipendente Ing. Spatola sia stato sanzionato perché ha reso pubblici i dati sui depuratori che l’Arta non avrebbe messo a disposizione sul proprio sito web istituzionale. In realtà, il dipendente in questione non ha pubblicato nessun dato perché non ne era in possesso in quanto il giorno del sopralluogo al depuratore di Fosso Pretaro, a Francavilla al mare (19 agosto 2015) non conosceva, almeno ufficialmente, i risultati analitici delle acque di scarico campionate nei primi giorni di luglio, ma ha approfittato della sua funzione ispettiva per esternare sul social network Facebook – come del resto aveva già fatto in un precedente post riguardante il sottoscritto – pesanti valutazioni su un ente terzo, l’ACA.
Tale condotta ha evidentemente determinato un problema di credibilità ed imparzialità dell’attività dell’Arta nei confronti dei rappresentanti dell’ACA stessa. Una crisi di rapporti fra istituzioni ancora più aggravata dalla circostanza che ha smentito ufficialmente l’Ing. Spatola, ossia che i risultati analitici dei campioni prelevati lo stesso nel giorno della sua esternazione hanno dato risultati ben al di sotto dei limiti di legge (circa 770 batteri di escherichia coli su 100 cc a fronte del limite di 3.000).
Ed è stata proprio la voglia di apparire protagonista e cultore della materia in un momento critico della balneabilità, per fini molto probabilmente strumentali e non per senso del dovere o di trasparenza, come voleva e vuole far credere, che ha indotto il dipendente ad infrangere il “Codice di comportamento dei dipendenti del Comparto Sanità”, a cui l’Arta fa riferimento, che impone al dipendente l’obbligo di rispettare il segreto d’ufficio ed il divieto di “utilizzare ai fini privati le informazioni di cui dispone per ragioni d’ufficio e di non nuocere agli interessi o all’immagine dell’Amministrazione da cui dipende”.
La circostanza, infine, che solo dal 12 agosto il mare di Fosso Pretaro sia stato dichiarato non balneabile smentisce clamorosamente le false dichiarazioni allarmistiche della famiglia Acerbo, secondo la quale “mentre i responsabili istituzionali che ci hanno fatto fare il bagno nelle acque fognari rimangono ai loro posti viene colpita una persona cha ha fatto semplicemente il suo dovere di cittadino e di dipendente pubblico”.
I fatti, quindi, ed i comportamenti precedenti e successivi al post Facebook “galeotto”, come la contestazione di tutte le decisioni della Direzione e la partecipazione a convegni di partiti politici sul tema della balneazione, dimostrano infine che l’Ing. Spatola che accusa il “datore di lavoro” di uso strumentale, arbitrario, fazioso e capzioso del potere ai fini politici per mortificare e reprimere un dipendente nei suoi diritti costituzionali come quello di dire la verità (ma quale verità?) fa soltanto del vittimismo dichiarandosi perseguitato e minacciato e invitando accoratamente gli amici di Facebook e di Partito a manifestazioni in difesa e a sostegno della sua iniziativa.
Ovviamente sono arrivate decine e decine di e-mail all’Arta, come da lui richiesto, e molte associazioni facendo riferimento direttamente o indirettamente al sempre nullafacente Maurizio Acerbo, che per definizione non matura mai, hanno espresso la solidarietà richiesta con dichiarazioni offensive e denigranti nei confronti dell’Arta, della professionalità dei tanti tecnici in servizio e nei confronti di chi li rappresenta, ma di questo risponderanno nelle sedi opportune.

mario amicone

SN

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