Di Lorito critico sulla Nuova Pescara: «Il tema lasci definitivamente le pagine dei giornali»

L’ufficio stampa del Comune di Spoltore ci ha inviato alle ore 13:47 di oggi, giovedì 5 settembre 2019, una lettera del primo cittadino Luciano Di Lorito sul tema/dibatto d’attualità – e in corso – tra i politici metropolitani pro e contro, la Nuova Pescara. Ma del pensiero del sindaco spoltorese era stato possibile conoscere il contenuto, in anteprima, già da questa mattina sul quotidiano cartaceo ‘Il Centro’: evidentemente un anonimo giornalista avuto l’esclusiva o altro che al momento ci sfugge.

Di seguito (ri) pubblichiamo in formato integrale la lettera del sindaco:

«Oggi la Grande Pescara è solo una passerella mediatica nella quale è possibile affermare tutto e il suo contrario. E’ auspicabile che il tema della Grande Pescara lasci definitivamente le pagine dei giornali per approdare nelle stanze istituzionali.

C’è troppa confusione, chiunque si sente in dovere di rilasciare dichiarazioni su questa fantomatica nuova città, troppo spesso senza la necessaria conoscenza delle normative, e senza soprattutto la capacità di indicare il percorso che dovrebbe portare non solo a una nuova Pescara più moderna, più efficiente, più ricca di servizi e meno costosa per i pescaresi| ma anche nuove opportunita’ per quelli che adesso sono i territori e i cittadini di Montesilvano e Spoltore.

Sono personalmente convinto sia necessario procedere con un atteggiamento rispettoso anche delle consultazioni successive al 2014, e in particolare delle più recenti: se non è pensabile tornare indietro rispetto al risultato referendario che ha previsto la creazione del nuovo comune, e’ necessario ritornare almeno sulla legge regionale. Serve una legge che contenga al suo interno degli step operativi, a cominciare da una progressiva integrazione dei servizi, e che possa garantire anche un passo indietro o un congelamento della procedura nel caso in cui il percorso intrapreso dovesse rivelarsi un boomerang.

Voglio dire che la fusione deve diventare effettiva solo quando si sarà individuata la strada per farla diventare un vantaggio, e non un onere imposto ai Comuni dal voto referendario: un voto che, lo ricordo, aveva un valore solo consultivo.

Dal voto referendario sono passati oltre cinque anni, un periodo di tempo lunghissimo durante il quale abbiamo trasformato quello che doveva essere un indirizzo programmatico sulle scelte future in una bandiera, una battaglia più che altro simbolica che non ha ancora affrontato una sola questione concreta relativa alla fusione.

Ad oggi restano ancora moltissimi nodi da sciogliere, in primo luogo sulla composizione del consiglio comunale unico: i 32 eletti saranno tutti di Pescara o, come la normativa consente di fare, saranno suddivisi territorialmente in base alle loro comunità di origine?

Si è parlato invece dell’istituzione di municipi “provvisti di organi elettivi”: significa che il nuovo comune avrà tre assise distinte e ogni provvedimento andrà approvato tre volte? Oppure a contare sarà solo la seduta di Pescara e le altre due avranno una funzione puramente consultiva e simbolica?

E’ chiaro che, consentitemi il termine, una visione “massimalista” del processo di fusione non rispecchierebbe né la volontà dei cittadini, basta guardare ai risultati modesti di partiti e movimenti politici che hanno deciso di impugnare la bandiera della Grande Pescara, né i loro stessi interessi.

Non e’ opportuno lasciare spazio a dichiarazioni superficiali come quelle sul commissariamento di Spoltore, che non è previsto da nessuna norma (neanche nel caso in cui si decida di differire l’istituzione del nuovo comune) e che comunque dipenderebbe dal Ministero dell’Interno.

E’ per questo che gli articoli di giornale non bastano più, e servono oggi solo a nascondere il dato reale: nessuno sa come evitare che questo processo amministrativo si riveli un salto nel buio, anzi nel vuoto».

Sn.it

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