Grandine. A rischio i 7milioni per ristorare i danni agli Spoltoresi

Sono stati quantificati in più di 7 Milioni di euro i danni causati a beni pubblici, privati e persone fisiche dalla devastante grandinata che, lo scorso 10 luglio, ha colpito anche il territorio del Comune di Spoltore. Ricordiamo perfettamente che in diverse località della regione Abruzzo, tra cui la nostra zona, i pezzi di ghiaccio caduti dal cielo erano grandi come palle da tennis ed i tetti di macchine, case furono distrutti ed in tanti sono dovuti ricorrere a cure mediche in pronto soccorso. Ma nelle ultime una notizia che mette in serio dubbio il risarcimento dei danni cagionati a decine di migliaia di abruzzesi. Infatti, sembra che il Consiglio dei Ministri non avrebbe riconosciuto lo “stato di emergenza” necessario per lo stanziamento dei fondi pubblici. Bisognerà attendere i prossimi giorni per capire quali saranno le reazioni del Governo regionale a questa annunciata situazione. La quantità dei danni complessivi stimati dai comuni colpiti dalla calamità nelle quattro province abruzzesi ammonta ad € 222.570.689, 81, Aquila €652.080,78; Chieti105.998.907,03; Pescara 114.092.502,00; Teramo 1.827.200,00. La nostra Spoltore ha richiesto nello specifico i fondi per complessivi €7.163.452, 67.

Sulla questione è intervenuta la deputata del Movimento 5 stelle Daniela Torta:

“Come si apprende dalla stampa, sembra che il Consiglio dei Ministri non riconoscerà all’Abruzzo lo stato di emergenza per la violenta grandinata di luglio che ha distrutto auto, danneggiato immobili pubblici e privati e devastato diverse coltivazioni; eppure ricordo che solo per la città di Francavilla al Mare, la più colpita dall’evento, pare siano stati stimati circa 60 milioni di euro di danni tra beni pubblici e privati. Per non parlare di Pescara in cui sono state effettuate oltre dieci mila domande per il rimborso dei danni ricevuti o di Montesilvano, con una stima approssimativa di circa 5 milioni di euro, di cui più della metà riferita a beni privati. Non si può fare finta di niente. Sono soprattutto i privati a pagarne direttamente le spese e non si possono lasciare i cittadini da soli. Ero intervenuta in Parlamento e lo tornerò a fare perché non si dimentichino le case che hanno ricevuto danni rilevanti a tetti e finestre, i canali di raccolta delle acque piovane, il danneggiamento di strade e marciapiedi. Sembrerebbe che i requisiti per dichiarare lo stato d’emergenza non ci siano perché la forte grandinata non ha comunque fatto attivare misure straordinarie di assistenza alla popolazione. Ritengo che, qualora non ci fossero tali requisiti, le istituzioni nazionali debbano trovare un altro strumento per aiutare le popolazioni e le istituzioni che sono state danneggiate. Non ci si può permettere di fermarsi di fronte ad un tecnicismo, mentre la violenza della grandinata ha effettivamente
causato moltissimi danni, stimati in Abruzzo in 222 milioni di euro. In un periodo di forte contrazione economica come questo, lo Stato deve intervenire concretamente e in favore di tutte quelle famiglie che sono state costrette a dovere mettere le mani ai propri risparmi in seguito alla grandinata di Luglio. Se le norme vigenti non prevedono il rimborso per i danni provocati da un evento di quelle proporzioni, allora credo sia necessario apportare le opportune modifiche. Presenterò alla Presidenza del Consiglio dei Ministri un’interrogazione, innanzitutto per sapere se la notizia di stampa corrisponde al vero e, in caso affermativo, quali siano le motivazioni che hanno determinato la non concessione dello stato di emergenza. Mi batterò per quella parte dell’Abruzzo ferita dalla violenta grandinata affinché non rimanga senza aiuto. Sto valutando anche la possibilità di presentare in commissione V della Camera dei Deputati proposte sulla legge di Bilancio
per aiutare l’Abruzzo”.


Simone Ciuffi

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