Le imminenti elezioni provinciali, che vedranno schierato il sindaco di Spoltore, ripropongono un interrogativo: ma le Province italiane non erano state abolite? A questa domanda dobbiamo rispondere con un no poichè, come è evidente, a fine mese, verranno di nuovo eletti nei 47 enti di area vasta del paese consiglieri e presidenti attraverso un meccanismo curioso: che non prevede il voto da parte dei cittadini amministrati, dunque il suffragio universale, ma solamente l’elettorato passivo di sindaci e consiglieri. Come funziona il nuovo ordinamento degli enti territoriali di area vasta che il referendum del 4 dicembre 2016 avrebbe dovuto spazzare via, ma che continuano a funzionare in base alla legge Delrio?
Il decreto milleproroghe, ci spiega il Sole 24 Ore, ha dato il via alla macchina elettorale, con buona pace della legge Delrio del 2014, che ha trasformato le Province in enti di secondo livello cioè eletti da sindaci e consiglieri comunali del territorio e non dai cittadini.
La riforma costituzionale che le avrebbe dovute cancellare si è però arenata – dal clamoroso flop elettorale giunsero le dimissioni del premier Matteo Renzi – e ora sta al ‘Governo Gialloverde’ esaminare la richiesta dell’Upi (Unione Province Italiane) di ripristinare 280 milioni di finanziamenti tagliati negli anni scorsi.
Che succederà?
La posizione del MoVimento 5 stelle in merito è chiarissima “le province vanno eliminate” e infatti gli esponenti del partito di Grillo e Casaleggio non parteciperanno alle elezioni. Meno chiara o più sfumata quella della Lega.
Sn.it