Meno tasse per bar e i locali di Spoltore che rinunciano alle slot-machine

Meno tasse per bar e i locali di Spoltore che rinunciano alle slot-machine. E’ questo il contenuto del “Manifesto dei sindaci per la legalità contro il gioco d’azzardo” al quale, ieri pomeriggio, anche il Comune di Spoltore ha aderito. L’idea nasce da una mozione presentata dal consigliere Filomena Passarelli (M5s) ed approvata con voto unanime dal Consiglio comunale. Il sindaco Luciano Di Lorito ha annunciato appunto che, nel prossimo bilancio, ci sarà un ‘provvedimento ad hoc” per defiscalizzare quegli esercizi commerciali che rinunceranno alle cosiddette ‘macchinette mangiasoldi’. “Lo Stato” ha ricordato il consigliere Passarelli “impiega enormi risorse economiche per curare i dipendenti dal gioco d’azzardo patologico: in Italia vi sono 15 milioni di giocatori abituali, due milioni a rischio patologico e circa 800 mila giocatori già patologici. E’ facile per loro accedere alla rete diffusissima di spazi adibiti al gioco, nonché ai nuovi giochi a risposta immediata anche on line dalla propria abitazione”. Nel piano contro la ludopatia della Regione Abruzzo per il 2017-2018 la dotazione finanziaria è poco più di un milione e 100 mila euro. Il documento votato dal Consiglio di Spoltore, redatto da Terre di Mezzo e Legautonomie, impegna ad adottare, con appositi regolamenti ed ordinanze, misure specifiche in materia di limitazione delle sale da gioco e del loro orario di apertura, valutare sgravi fiscali, facilitazioni di natura tributaria e tariffaria a favore degli esercizi No slot. Tra le altre proposte “attivare un presidio locale dell’Osservatorio regionale per la Ludopatia” e “una campagna di sensibilizzazione e informazione rivolta agli esercenti e a tutti i cittadini e segnalare con loghi le imprese “No Slot””. Di Lorito ha ribadito l’impegno dell’Ente già dal 2014, quando “prima ancora che le Asl si organizzassero di fronte a questo problema” sono partiti progetti per il contrasto alla dipendenza da slot. Iniziative poi interrotte per non sovrapporsi a quelle delle Asl. La situazione è infatti cambiata: “i Servizi per le Tossicodipendenze, SerT, oggi sono diventati Servizi per le Dipendenze patologiche (SerD). La ludopatia è a tutti gli effetti riconosciuta come una patologia invalidante dal servizio sanitario nazionale”. Un anno fa la presentazione dei primi risultati del progetto Stop-the-game, partito nel 2015 dalla collaborazione tra le amministrazioni comunali di Spoltore, San Giovanni Teatino e Cepagatti con l’associazione CollegaMenti: 26 pazienti seguiti in gruppi di psicoterapia, 48 persone sentite attraverso un colloquio e 109 i contatti telefonici. “Anche noi amministratori dobbiamo fare nostra parte” ha aggiunto il sindaco” tuttavia dobbiamo essere consapevoli che questo è un fenomeno sociale molto più grande di noi, alla cui base c’è l’impoverimento di una certa fascia di popolazione”. Circa 80 miliardi di fatturato, pari al 4% del PIL nazionale: il gioco italiano è la 3° industria del paese e paga 8 miliardi di tasse, impegna il 12% della spesa delle famiglie italiane, e rappresenta 15% del mercato europeo del gioco d’azzardo, 4,4% del mercato mondiale. In Italia ci sono circa 400.000 slot-machine, 6.181 locali e agenzie autorizzate. La spesa necessaria per curare i dipendenti dal gioco patologico è tra i 5 e i 6 miliardi di euro l’anno. Mentre solamente a Spoltore, secondo una indagine dell’Espresso, il giro d’affari si aggira sui 46milioni annui. Insomma, c’è davvero molto da fare per contrastare questa piaga rovina famiglie e non sarà certamente facile.

 

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