Verso le Elezioni Provinciali. Di Matteo contro il PD: «Vincerà Catani»

Si accende la campagna elettorale intorno alle elezioni provinciali che eleggeranno, il 31 ottobre 2018, il nuovo presidente della Provincia di Pescara. Come sappiamo, il sindaco di Spoltore e già consigliere dimissionario Luciano Di Lorito, 47 anni, ha accettato di guidare la coalizione di centro sinistra supportato dal Partito Democratico e Articolo 1. Per Donato Di Matteo, animatore della lista ‘Abruzzo Insieme’, è convinto che invece a trionfare sarà Vincenzo Catani, primo cittadino di Picciano. «Per me – spiega l’ex assessore regionale e uomo politico dall’ampio seguito elettorale – Di Lorito può fare terzo visto che si è presentato con Antonio Di Marco in continuità. Tutti vogliono discontinuità dall’oppressione dalfonsiana». Antonio Zaffiri, sindaco di Collecorvino da sette anni e già consigliere provinciale uscente, è il candidato del centro destra (Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega) alla presidenza dell’Ente Territoriale Vasto. Questa mattina, in occasione di una conferenza stampa, l’ufficializzazione della sua candidatura:

“Ringrazio tutti i partiti del centrodestra che mi hanno cercato, attenzionato, e proposto di affrontare la corsa elettorale. Io ho preso atto di tale possibilità e l’ho a mia volta sottoposta al vaglio di centinaia di amministratori della provincia che si riconoscono nel centrodestra e non solo, sulla base di una proposta condivisa di governo della Provincia che la riforma Delrio ha ridotto a un Ente che apparentemente non svolge una funzione per noi invece fondamentale. Ho quindi ricevuto l’apprezzamento e il via libera di centinaia di amministratori che hanno sottoscritto la mia candidatura e ho,allora, accettato la proposta di candidarmi ad assumere la guida della Provincia per rilanciare il ruolo di un Ente nel dibattito con la Regione Abruzzo, la quale deve comprendere che senza l’adeguato e l’opportuno raccordo tra Enti comunali e la stessa Regione si perde il contatto reale e costante con i cittadini e con le loro vere esigenze. E ho accettato tale candidatura nella chiara consapevolezza che le nostre priorità sono strade percorribili e risanate, scuole sicure, colline vivibili e manutenute, fiumi puliti per la balneabilità e marketing territoriale per attrarre turisti e una profonda riorganizzazione della macchina amministrativa provinciale oggi allo sbando. Sarò un candidato ‘POCO SOCIAL, MA MOLTO SOCIALE’. Da oggi si apre un percorso che sono convinto mi porterà all’elezione perché ci sono tanti sindaci e amici amministratori che si ritrovano e condividono una proposta di governo fatta non per alimentare carriere, ma per risolvere i problemi concreti dei nostri territori. Il mio obiettivo è trasferire l’operatività che oggi caratterizza i nostri Comuni, quindi la concretezza che personalmente ho praticato nella mia Amministrazione in sette anni di governo, nella Provincia con la presenza costante e continua sui territori e nel confronto quotidiano con tutte le amministrazioni, senza alcuna distinzione per colore politico ben consapevole delle difficoltà che oggi interessano tutte le municipalità. Vogliamo rilanciare il principio della Provincia veramente utile nell’essere elemento necessario di raccordo tra Regione e Comuni attraverso il rilancio partecipato dell’amministrazione. Ovviamente ringrazio tutti i colleghi sindaci e gli amministratori che si sono stretti e ritrovati attorno al mio nome e a un programma condiviso e insieme ora dovremo percorrere la strada che ancora ci separa dal voto di fine ottobre. Evviva la Provincia di Pescara sempre”.

Come sappiamo, la riforma Delrio non ha cancellato l’ente provinciale che, nei fatti, è ancora operativo. L’Unione delle Province Italiane ha, infatti, chiesto al Governo Gialloverde 280 milioni di euro per le attività istituzionali. Ma alle urne, alla fine di questo mese, per decidere chi dovrà guidare la Provincia di Pescara, andranno solamente i ‘cittadini eletti’ nei consigli comunali del territorio: loro, i consiglieri ed i sindaci più i presidenti delle assemblee cittadine, soltanto loro, avranno il diritto di voto. E questa, almeno secondo la nostra umile opinione, rappresenta davvero una anomalia in quel principio fondamentale che è il suffragio universale.

Sn.it

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