Parte da Spoltore la sfida allo street food del ‘Dolphin Cove’

Parte da Spoltore la sfida allo street food di qualità. L’idea è di Alessandro Cecamore, giovane imprenditore spoltorese, padre di due bambini, il quale ha deciso di lasciare il settore della moda dove lavorava, era infatti il responsabile della divisione accessori moda del gruppo Sixty e di tutti i suoi brands, per lanciare sul mercato il marchio ‘Dolphin Cove’.

Signor Alessandro ci vuoi parlare di questo progetto?

Abbiamo pensato ad uno “Street Food ” perché spesso i giovani e non solo ( vedi single-coppie giovani-studenti-lavoratori in trasferta) optano per i fast food in quanto sanno che li troveranno un buon pasto, veloce e soprattutto economico, e in un periodo di crisi come quello che stiamo affrontando questi sono fattori importanti, se poi aggiungiamo che lo Street Food ci permette di abbattere notevolmente i costi a favore del consumatore finale, la nostra idea si rafforza. Inoltre spesso andiamo in un fast food o in un bar per prendere qualcosa di non molto impegnativo. Si sa, i fast food per antonomasia e ricerche scientifiche effettuate, non offrono prodotti “molto salubri”. Quindi la nostra idea è quella di adottare prodotti tipici abruzzesi, qualitativamente migliori, che si adattino all’idea di “Street Food”, offrirli nel modo più antico e globalmente diffuso, spostandosi di volta in volta (anche a richiesta), per i punti di ritrovo e più frequentati delle città e in specifiche ore della giornata. Diciamocela tutta, anche noi Abruzzesi siamo in grado di produrre delle bombe caloriche molto sfiziose che per quanto non siano particolarmente salubri, almeno sono nostrane e con qualità marcata made in italy. Adesso attenzione, il nostro obiettivo non è andare contro le grandi catene americane, vogliamo semplicemente far capire e sapere che anche noi Abruzzesi siamo in grado di fare fast food con i nostri prodotti tipici e con i nostri mezzi offriamo i locali più belli del mondo.

Lei sa benissimo che c’è grande concorrenza in questo settore. Quali peculiarità ha il progetto ‘Dolphin Cove’ e quali sono le strategie commerciali che intenderà adottare?

Cosa rende il progetto migliore rispetto ai concorrenti, anche rispetto ai locali in muratura, è la capillarità della diffusione del progetto tramite le nuove vie di comunicazione, come il sito web, social network (pagina facebook con mappa degli spostamenti trip advisor) e gli articoli pubblicati dai siti d’informazione come SpoltoreNotizie.it che appoggiano e sostengono il mondo dello Street Food. Può spiegare meglio ai nostri lettori, che siamo sicuri diventeranno resto suoi clienti, la scelta di puntare sullo steet food? La nostra idea è quella di mettere in circolazione uno “Street Food” alternativo utilizzando prodotti tipici abruzzesi quali arrosticini, salsiccia scannese, salsiccia pianellese, insaccati, insaccati ovini, Hamburger di castrato di produzione locale e tanti altri adattabili all’idea di Street Food e non solo. I nostri menù conterranno pietanze tipiche da Fast Food come patatine e hot dog (per i nostalgici), e pietanze che possono soddisfare le richieste di una società in continua evoluzione. Molte volte al termine Street Food o Fast Food si associa l’idea di cibo spazzatura, ma con i nostri prodotti tipici made in italy cercheremo anche di sovvertire questo concetto e dimostrare la versatilità della nostra cucina adattabile anche ai cibi “take away”. Il progetto prevede la possibilità di noleggiare uno dei nostri mezzi e provare, prima di effettuare investimenti importanti, un’attività completamente autonoma, successivamente si possono stipulare 2 tipi di contratti, franchising o preposto, e proseguire l’attività in proprio. Vogliamo provare a fare qualcosa di importante in maniera innovativa, in un paese che offre poche o nessuna possibilità ai nostri giovani e non più giovani ( vedi fascia d’età che va dai 35 ai 50 anni e che trova difficoltà a ricollocarsi). Una volta messo in strada il primo mezzo, daremo la possibilità ad altri di poter gestire un loro “ Abruzzo Street Food ” e dare lavoro a altri giovani che verranno impiegati sui vari mezzi.

A chi vi rivolgete in particolare? Avete sicuramente previsto la tipologia di clientela che frequenterà i vostri bellissimi Delfini a due ruote..

Il target a cui ci rivolgiamo sono in prevalenza i giovani, perché proprio i giovani? Innanzitutto sono i primi a recepire le novità, poi la risposta è racchiusa anche nel periodo che stiamo vivendo e affrontando, la disoccupazione giovanile è in continuo aumento, riuscire a creare anche pochi posti di lavoro significherebbe nel nostro piccolo ottenere un grande traguardo personale ed aiutare la nostra nazione a crescere.

Può ripeterci i punti di forza del Dolphin Cove?

I punti di forza si basano sul fronte dell’innovazione dei mezzi e della qualità e originalità del cibo. Della qualità del cibo e del suo modo originale di offrirlo, in quanto il nostro è uno dei pochi in questo settore ad essere un progetto orientato verso una tipologia specifica culinaria (cucina tipica abruzzese) e che vuole espandersi a mo’ di catena fast food. Scegliere prodotti abruzzesi favorisce un investimento verso il settore agroalimentare che fornirà a noi le materie prime. Dell’innovazione dei mezzi, in quanto il nostro progetto non prevede il classico furgone bianco con la scritta panini e il tendone parasole, ma una macchia di colore con una sua identità ben precisa, simpatica e accattivante da poter diventare un punto di ritrovo dove consumare o portare via panini e non solo realizzati con prodotti tipici, difficilmente reperibili anche nei ristoranti tipici.

Un’ultima curiosità, come mai ha scelto questo nome?

Ho preso spunto da una favola scritta e inventa con mia figlia, il nome Dolphin Cove può trarre in inganno, noi lo abbiamo pensato come “baia dei delfini” e non come covo, i delfini sono una banda di pirati pasticcioni che convinti di essere sbarcati su un’ isola, sono sbarcati in Abruzzo e assaggiate le nostre leccornie mai più ripartiti.

Grazie e in bocca al lupo.

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SN

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