Infiamma la “battaglia del voto” ma a Spoltore si è visto nessun “big” nazionale

Non so se avete notato (pensiamo di sì) come l’Abruzzo sia oggi (misteriosamente) al centro della politica nazionale e su tutti i principali media. Il voto di domenica, 10 marzo 2024, quando gli abruzzesi si recheranno alle urne per scegliere il prossimo governatore di regione tra Marco Marsilio e Luciano D’Amico, sembra infatti possa rappresentare un cambiamento radicale nei consensi del ‘paese Italia’, oggi governato dalla Premier Meloni e dal governo di centrodestra. A supporto di quanto detto si registra in questi giorni di chiusura della campagna elettorale la presenza di tutti i “big” della politica nazionale, una specie di invasione da parte dei migliori rappresentanti di entrambi gli schieramenti alla caccia disperata di consensi per il proprio partito. Dalle parti di Pescara, Montesilvano, Francavilla, L’Aquila, Teramo, Chieti, Penne, Vasto, Avezzano ( etc etc…) cioè praticamente ovunque, si sono visti vari ministri, governatori di altre regioni, tutti i capi partito, deputati, onorevoli, senatori appartenenti a tutti gli schieramenti politici. I nomi? Giuseppe Conte, Antonio Tajani, Elly Schlein, Matteo Salvini, Matteo Renzi, Pierluigi Bersani, Giorgia Meloni, Nichi Vendola, Stefano Bonaccini, Alessandra Todde e Carlo Calenda, tanto per fare qualche nome di spicco ma la lista è più lunga. E ciò ci ha sorpreso, anche perché l’unico posto dove non si è visto nessuno (o quasi), se non il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri, che è stato al Multiplex per sostenere Agnese Ranghelli, è stata Spoltore. Forse dalle nostre parti la “battaglia del voto” é sottaciuta a tal punto da non meritare nemmeno un politico di seconda fascia? Ma ormai è tardi per replicare o invitare qualcuno di cui sopra a convincere gli indecisi dell’urna. Dalla mezzanotte odierna, infatti, scatterà il periodo del “silenzio elettorale” e questa è l’unica buona notizia che ci sentiamo di dare: finalmente un po’ di pace! Di promesse assurde e codazzi imbarazzanti (noi) non ne potevamo più.

 

 

 

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