La danza di Donatello Jacobellis tra fatica e sorrisi da Danz’è

Fisico scolpito, faccia pulita e sorridente, battuta sempre pronta. Ma soprattutto forza, eleganza e portamento. Donatello Jacobellis, danzatore e coreografo, ieri è stato nella nostra Spoltore, per un secondo apprezzatissimo appuntamento stagionale nella scuola di danza Danz’è della bravissima Clara Lerza. Nato nella ‘Città del Mito’, a Castellaneta, città natale di Rodolfo Valentino, a quindici anni vola in Corea grazie ad una borsa di studio. Dopo due anni torna in Italia, ma resta poco. Gli viene offerta l’occasione della sua vita: la collaborazione con i Momix, la compagnia teatrale di ballerini-acrobati più famosa al mondo. Vola negli Stati Uniti per collaborare con  Moses Pendleton, ideatore e creatore di coreografie di eccezionale bellezza ed inventiva. La compagnia infatti ha acquisito grande fama per la sua capacità di evocare un mondo di immagini surreali, usando corpo, costumi, attrezzi, luci e giochi d’ombra. Insomma un curriculm di tutto rispetto, i cui tasselli sono stati conquistati con sudore e impegno, oltre che con il talento.  Il danzatore si è raccontato a Spoltorenotizie.it, e si è anche tolto anche qualche sassolino dalle scarpe proprio quando milioni di italiani erano incollati davanti al grande schermo a seguire un noto reality  sulla danza. Lui con una ventina di aspiranti ballerini,  lontano da occhi indiscreti, studia e fatica (tantissimo), ma sempre con il sorriso. Senza litigi e pianti esasperati, ma sempre con volti allegri e tante battute. Insomma un gruppo di veri amici. Perchè la danza è come una scuola. Bisogna studiare, seguire i vari step e fare tanti sacrifici, ma senza esasperazioni. Perchè per diventare famosi bisogna coltivare il proprio talento, cercare occasioni per mostrare al pubblico le proprie capacità, nonché lottare e migliorarsi continuamente per raggiungere livelli sempre più alti. Anche se oggi la fama si raggiunge con poco: non serve eccellere in qualcosa, basta vivere per qualche mese sotto l’occhio vigile delle telecamere e comportarsi in modo da suscitare gossip e polemiche. Ed è per questo che  con orgoglio possiamo dire di aver assistito ad uno spettacolo unico nel suo genere. E ci siamo anche divertiti.

SN: Quando e come è nata la sua passione per la danza?

DJ: Da sempre. Ho iniziato a studiare danza dall’età di tredici anni in una scuola  pugliese, essendo di Castellaneta. Poi a quindici anni sono andato in Corea, grazie ad una borsa di studio, dove ho fatto due importantissime esperienze: con  il Seoul Ballet Theatre e l’Universal Ballet. Tornato in Italia , tanto teatro ma anche tanta televisione, ma poi sopratutto l’esperienza americana con i Momix.

 SN: Che sicuramente è l’esperienza più significativa?

DJ: Sicuramente. Ho lavorato con i Momix per  dieci anni, come danzatore, ma anche come creatore di coreografie.  E’ stata un’esperienza incredibile perchè mi ha formato con uno stile differente ed innovativo. Da li nasce la mia lezione di  ‘experiment contemporary’. Ho fuso i miei vari di stili, studiati in tutti in questi anni, ed ho creato questo stile tutto particolare.

SN: Sappiamo che la danza è un mondo bellissimo ma altrettanto duro. Cosa si sente di dire ai giovani che vogliono avvicinarsi a questa realtà?

DJ: Ai miei ragazzi dico sempre che ci vuole tanto studio e tanto impegno. Volere è potere. In questo mondo nessuno ti regala nulla. Bisogna studiare tutti gli stili e non fossilizzarsi solo su di uno. Il bello della danza è questo:  ci sono  varie sfaccettature, varie sfumature di colore ed è giusto che un danzatore  conosca tutti questi colori.

SN: Ha mai avuto momenti negativi, momenti in cui ha pensato di non farcela

DJ: Ognuno di noi nella vita ha avuto alcuni momenti di sconforto. A volte la stanchezza ti porta a pensare questo. Il mondo della danza non è un mondo semplice, più che altro perchè la stanchezza  porta a pensare questo. L’attività di danzatore  ti impegna con la mente e con il corpo. Si ci sono stati dei momenti così, ma li ho superati con la positività.

SN: Oggi in Italia si può ancora fare danza?

DJ: Hai una domanda di riserva? (risata).  La situazione in Italia è un po’ particolare, perchè ultimamente c’è poca meritocrazia. Tutti questi reality un po’ hanno rovinato l’idea della danza ma   stanno avvicinando i ragazzini a questo mondo.  Le scuole sono penalizzate, i lavori, sia in teatro sia in televisione, vengono visti con occhi differenti. Anche perchè tutti non possono fare tutto. Ad ognuno il suo. Basti pensare all’educazione che danno all’allievo durante il reality . Per fare audience si crea il litigio, un litigio finto non costruttivo. 

SN: Progetti per il futuro?

DJ: Ne ho diversi per il futuro, solitamente non mi piace svelarli. Posso solo dire che uno di questi mi vedrà impegnato qui a Spoltore con la scuola di Clara con cui mi trovo benissimo. 

SN: Come sono questi studenti spoltoresi che hai incontrato?

DJ: Fantastici! Ormai sono di casa e con loro ho rapporto, diciamo, differente!

SN: Grazie mille.

DJ: Grazie a voi ci vediamo il prossimo mese sempre qui da Danz’è in via Mare Adriatico a Santa Teresa.

Costantino Spina

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