Non ci sono faglie attive a Spoltore ma zone a rischio frana sì

Il Comune di Spoltore adotta lo studio di microzonazione sismica del territorio, validato dal servizio Previsione e Prevenzione dei rischi della Regione Abruzzo. In linea con le norme per la riduzione del rischio sismico e le modalità di vigilanza e controllo, l’Amministrazione comunale integra i propri strumenti di pianificazione urbanistica con questo studio, reso possibile grazie a un finanziamento regionale pari a 24.000,00 euro, di cui il Comune ha beneficiato.

“Si tratta di una mappatura preliminare di fondamentale importanza”, ha sottolineato il sindaco Luciano Di Lorito, perché permette di verificare la pericolosità sismica locale attraverso l’individuazione di specifiche zone del territorio, quelle stabili suscettibili di amplificazione e quelle instabili, quali frane, rotture della superficie per faglie e liquefazioni dinamiche del terreno. La realizzazione di uno studio di  microzonazione sismica è dunque propedeutico all’approvazione della variante tecnica al piano regolatore generale e consente anche una migliore e consapevole individuazione degli elementi strategici di un piano di emergenza e di una eventuale ricostruzione post-terremoto”.

Nello specifico, lo studio, redatto dal geologo Eustachio Pietromartire, è composto da una relazione illustrativa, dalla carta delle microzone omogenee in prospettiva sismica e delle frequenze, dalla carta geologica-tecnica, dalla carta delle indagini e da quella delle pendenze. Sul sito del Comune, nella sezione Amministrazione Trasparente – pianificazione e governo del territorio, è possibile visionare la mappatura completa.

Noi di SpoltoreNotizie.it abbiamo raggiunto telefonicamente il professionista il quale ci ha spiegato il suo lavoro per il nostro territorio.

“Lo studio che in gergo si chiama di primo livello deve essere  inteso come una vera e propria ricostruzione  del contesto geologico di un’area, definendo non solo le geometrie e gli spessori dei corpi sedimentari, ma anche molti altri aspetti come ad esempio granulometria ed addensamento dei depositi, superficie della falda, morfologia, dissesti gravitativi dei versanti ed altri ancora che possono a vario titolo condizionare la risposta sismica locale di una determinata area e per la definizione dei quali è necessario un approccio multidisciplinare ed integrato del territorio. Questo studio dovrà essere seguito da uno studio di II^ e III^ livello, a cura del Governo centrale o della Protezione Civile.  Si può rassicurare la cittadinanza che non ci sono faglie attive, e tutto sommato, a parte le zone rosse già conosciute e segnalate dalla Regione Abruzzo, come zone a rischio frana, non ci sono particolari criticità. Solo nella zona del nostro territorio che costeggia il fiume, in caso di sisma potrebbe esserci una potenziale liquefazione del terreno. Ma comunque quella è una zona dove da diversi anni non si edifica più”.

Questa è certamente una buona notizia e che ci fa piacere anche perchè questo studio dovrà essere preso in considerazione per eventuali progetti di sviluppo urbanistico nel nostro territorio, specie quando avverrà la fusione nella Nuova Pescara.

microzone

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