Carabiniere spoltorese vince la “sua battaglia” contro lo Stato

Questa è la storia di un cittadino spoltorese di adozione che ha vinto la sua battaglia contro la Pubblica Amministrazione il cui nome per ragioni di privacy non verrà pubblicato. Il nostro concittadino ha svolto per anni il duro lavoro di Carabiniere e nel farlo ha onorato l’Arma e il Paese impegnandosi in Calabria, tra il 1999 ed il 2004, nella difficile e pericolosa lotta al crimine organizzato. Fra le sue mansioni, oltre a quella di arrestare spacciatori e criminali, v’era quella gravosa (per i motivi che presto scoprirete) di distruggere col fuoco le piantagioni di cannabis. Ma a causa di queste operazioni volte a distruggere centinaia di ettari di coltivazioni di droga ha contratto un linfoma linfocitico a causa (accertata) della combustione delle piante che spesso avveniva sul luogo di ritrovamento. La dura malattia ha procurato gravi danni al Carabiniere a cui oggi, però, dopo anni di lotta giudiziaria affiancato dal studio legale spoltorese Mimola, il TAR Abruzzo ha riconosciuto la responsabilità del Ministero della Difesa (estranea l’ARMA a qualsivoglia responsabilità) per aver mancato nei periodi di impiego operativo di predisporre le misure di prevenzione e l’equipaggiamento a tutela della salute del proprio dipendente. Un risultato giudiziale che conforta non poco, nella misura in cui lo Stato, quello con la “S” maiuscola, riesce, attraverso la Magistratura indipendente anche a censurare il proprio stesso operato. Ma soprattutto un riconoscimento per il nostro concittadino che ha dedicato anni della sua vita al bene comune.

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