Sei mesi fa il delitto irrisolto di Alessandro Neri. La madre su facebook: “Pregate per la verità”

“Le indagini vanno avanti”. A dirlo è Laura Lamaletto, su facebook, madre di Alessandro Neri, il giovane di Villa Raspa di Spoltore, ucciso senza un perchè apparente il 5 marzo 2018, nei pressi del torrente di Fosso Vallelunga a Pescara. Noi di SpoltoreNotizie.it abbiamo provato a contattare gli inquirenti del Comando Provinciale dei Carabinieri di Pescara per capire a che punto siamo nella risoluzione di quello che è un vero e proprio mistero. Ma sulle stesse vige il massimo riserbo ed è anche comprensibile, a questo punto, che le bocche negli uffici di via Savonarola siano super cucite. Percio’ non possiamo fare altro che riportare le parole, indubitabili, della donna di origine venezuelana (“Continuano ad indagare ed indagare. Vi chiedo soltanto di pregare per Ale. Per cercare la verità”) ed attendere, finalmente, una tanto attesa svolta, e la possibile incriminazione dell’esecutore materiale o del mandante, magari di entrambi, se sono piu’ d’uno, dell’esecuzione con due colpi di pistola (uno al torace, l’altro alla testa) del 27enne nostro concittadino. Ma andiamo a ripercorrere le tappe di cio’ che è successo intorno a questo ‘giallo’. Alessandro, dopo avere riportato la madre a Villa Raspa, si allontana di casa verso le sei di pomeriggio di lunedì, forse con un pacchetto, per andare incontro al suo assassino. Da quel momento, infatti, fatta eccezione l’unica immagine della sua automobile Fiat Cinquecento rossa immortalata da una telecamera di sicurezza nella zona della Motorizzazione, non si avrà più nessuna notizia. Almeno fino al giovedi’ successivo, 8 marzo 2018, quando un cane molecolare, ironia della sorte anche lui spoltorese, lo ritroverà privo di vita giustiziato in quel modo barbaro e atroce. Le indagini prendono il via in modo rapidissimo. Vengono sentiti i familiari da cui nascono le prime ipotesi investigative, un possibile movente legato a questo omicidio. Ma gli inquirenti non tralasciano, per quanto possibile, quella che era stata la vita privatissima di un ragazzo conosciutissimo per molte ragioni, a partire dalla sua passione per i colori biancazzurri del Pescara Calcio. In un primo momento si era parlato di una vendetta per l’estromissione dall’azienda vitivinicola di proprietà della famiglia Lamaletto. Ipotesi completamente esclusa dagli inquirenti dopo gli interrogatori dello zio e del cugino di Ale al ritorno in Italia dopo un viaggio di lavoro all’estero. In un secondo momento si era parlato di presunti affari poco chiari, magari legati ad un possibile traffico di droga oppure qualcosa collegato alle aste giudiziarie, ma nulla è emerso in concreto. Anche questa ipotesi viene scartata. Così proseguono gli interrogatori a raffica di amici e conoscenti, una trentina di persone in tutto, potenzialmente sospettate di essere in collegamento con questa storia allucinante. Ma nessuno, finora, viene iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio volontario e il fascicolo nelle mani della procura di Pescara, pm Valentina D’Agostino, resta aperto contro ignoti. Infine la pista passionale. Un DNA femminile isolato sul giubbino che indossava la vittima nel suo ultimo giorno di vita sembra indicare una pista passionale. Altri reperti (impronta ritrovata su un guanto in lattice, che era vicino al cadavere, tracce sulla Opel Meriva rottamata il giorno successivo la scoperta del fattaccio) al momento non hanno portato a nulla. Se qualcuno sa non ha parlato mentre chi è stato interrogato come sospettato aveva un alibi. Neppure il R.I.S. di Roma, al lavoro da tempo sul caso, ha trovato quella prova scientifica che possa portare all’incriminazione di qualcuno come accaduto, ad esempio, con Massimo Bossetti per l’omicidio di Yara Gambirasio. E domani, mercoledì 5 settembre 2018, saranno sei mesi che Alessandro non c’è più. Cosa dobbiamo aspettarci da questa storia? A chiederselo sono ovviamente tutti i cittadini abruzzesi di buon senso, i familiari della vittima e gli amici che hanno tappezzato la città di Pescara di gigantografie con la scritta #veritàperAle.

M.M.

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