A Spoltore ci sono 18 siti archeologici sconosciuti

Il problema principale dell‘Abruzzo, e anche evidentemente di Spoltore, almeno secondo il nostro sindacabile e opinabile giudizio, è il proprio il turismo. Il problema fondamentale di questo settore strategico per la nostra terra semi sconosciuta, che per alcuni sarebbe addirittura equiparabile anche al petrolio, tanta è la ricchezza che potrebbe generare, sia direttamente che come indotto, e sempre secondo la nostra opinione perfettibile, è che spesso le iniziative messe in campo – pensiamo ad esempio ai milioni spesi per l’Expo di Milano, con tanto di “Casa Abruzzo” a Brera, o agli “Open Day Winter” (quello “Summer” è ancora da fare) – mancano dell’obiettivo fondamentale: cioè, quello che è strettamente insito nel significato e nella comprensione della parola. Che cos’è il turismo? Per Devoto-Oli (2011) è “il complesso delle manifestazioni e delle organizzazioni relative a viaggi e soggiorni compiuti a scopo ricreativo o di istruzione; e, dunque, il riferimento del noto dizionario al sostantivo plurale “viaggi” non è affatto casuale. Perchè se il turista non arriva da noi, non spende soldi per hotel, ristoranti o musei, allora non si può parlare di turismo in senso stretto. Una domanda su tutte: quanti turisti sono arrivati dalle nostre parti, a Spoltore, nel corso dell’ultimo anno 2016? Noi che scriviamo non siamo in possesso di questo dato ma ci sentiamo di dire, detto molto francamente, che non siano stati numeri da capogiro. Le ragioni di questa situazione, per noi che scriviamo, sono semplici e riconducibili, sostanzialmente, a due, complementari e/o alternative. La prima è che, evidentemente, “il turista” non è adeguatamente informato della nostra esistenza. La seconda perchè, effettivamente, non esiste questa effettiva appetibilità turistica, comprendendo in questa analisi anche la carenza dei servizi essenziali. Eppure, parlando della nostro territorio, qualcosa, qualche timido passo avviato, intrapreso, lo si potrebbe portare avanti e valorizzarlo meglio. Pensiamo al Festival dello Spoltore Ensemble, un tempo gloriosissimo e che potrebbe – con i giusti correttivi ed il coinvolgimento di tutta la Città – riconquistare quel “posto di peso” nel competitivo calendario delle manifestazioni estive abruzzesi o italiane. Pensiamo, poi, alla simpatica iniziativa della Notte del Lupo Mannaro che ha portato, nel centro storico di Spoltore, in pieno autunno, centinaia di visitatori, sorprendendo anche gli stessi organizzatori. Oppure, ancora, a quello che si potrebbe ottenere attraverso la creazione di un museo contemporaneo, il primo della nostra storia, operativo tutti i mesi dell’anno, perchè dedicato alle ultime e più commestibili organizzazioni artistiche realizzate in Italia (qui una idea). Infine, perchè no, anche all’archeologia. A Spoltore ci dicono che ci sono 18 siti che nessuno o quasi nessuno conosce. Si tratta di luoghi, come l’antico ossario, scoperto da pochi mesi nella cripta della Chiesa di San Panfilo, oppure delle ‘Fornaci’ di Santa Teresa o il sito di Montani, in cui sono stati ritrovati reperti di provenienza greca, e quello archeologico di Cavaticchi. Certamente non stiamo parlando di “luoghi magici” come la Valle dei Templi, Pompei oppure, per restare sul territorio, come Alba Fucens, dunque difficilmente migliaia di turisti accoreranno a frotte richiamati dal nostro patrimonio archeologico. Ma niente non sono. Tanto è vero che, proprio su quest’ultimo argomento si sono confrontati, venerdì scorso, in un incontro pubblico, l’Amministrazione comunale, la Soprintendenza Beni Archeologici di Pescara, l’Archeoclub Pescara, lo Speleo Club, la Protezione Civile e la Cri di Spoltore, cioè tutte le realtà coinvolte nel “Progetto Spoltour” (questo il sito internet). Certamente ci sarà da lavorare sodo. Certamente le risorse a disposizione non sono molte. Perciò le occasioni, così come le buone idee, non dovranno essere tralasciate.

Sn.it 

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