Vertenza ex Auchan di Cepagatti: vittoria per i lavoratori

Una bellissima notizia e la fine di un incubo i lavoratori degli ex Auchan di Pescara e Cepagatti. Sono stati riammessi al lavoro e con il pagamento degli stipendi dei tre anni pregressi al termine di una difficile vertenza legale. A comunicarlo con soddisfazione sono il segretario Filcams Cgil Pescara Davide Urbano e la responsabile dell’ufficio vertenze e legali del sindacato Daniela Liguori.

Con la sentenza del 12 ottobre il tribunale di Pescara “ha riconosciuto l’illegittimità del comportamento” delle due aziende che hanno compiuto il passaggio di concessione. “Nel settembre 2020 sottoscrivevano accordi di cessione di ramo d’azienda con le organizzazioni sindacali territoriali, per cui la sola Filcams Cigl di Pescara manifestò la propria contrarietà non firmando e contestando gli accordi stessi”, ricorda il sindacato.

Gli accordi stabilivano “con criteri del tutto arbitrari” rimarca la Cigl, il passaggio dall’una all’altra di solo una parte del personale in forze nei due supermercati lasciando fuori i 140 lavoratori.

“Subito dopo la firma degli accordi, la Filcams Cgil di Pescara, unitamente all’ufficio vertenze e legali Cgil di Pescara, convocava in assemblea le lavoratrici e lavoratori esclusi, argomentando le motivazioni che avevano portato a essere l’unica sigla sindacale a non aver firmato, esortando gli stessi a promuovere contenziosi per il diritto al passaggio negato e offrendo loro piena assistenza legale – prosegue la nota -. Purtroppo molti dei lavoratori esclusi, in preda allo sconforto e disorientamento dovuto dall’incertezza, sotto la pressione di scadenze perentorie hanno accettato le somme economiche a titolo di incentivo all’esodo proposte, rinunciando alla propria occupazione”.

“Solo gli undici lavoratori che hanno promosso il ricorso, assistiti dagli avvocati dell’ufficio vertenze e legali Cgil Fiorella Dragani, Francesca Ramicone e Chiara Sabatini, dopo anni di calvario giudiziario, hanno vinto e visto riconosciuto il loro diritto” e cioè al passaggio nella nuova azienda e quindi il reintegro e al pagamento dei tre anni di stipendio maturati dal 2020 al 2023.

Il sindacato ricorda poi come “in dirittura di arrivo dell’iter giudiziario, le imprese cedenti e cessionarie, per limitare i danni di una imminente sentenza che si prospettava a loro sfavorevole” il primo agosto e cioè dopo tre anni di udienza, avessero riammesso quei lavoratori, ma “senza il pagamento delle intere retribuzioni arretrate relative ai tre anni precedenti, retribuzioni che poi sono state riconosciute in giudizio per i soli ricorrenti assistiti e rappresentati dalla Cgil”.

Una sentenza importante e in continuità con quelle di altri tribunali, rimarca l’organizzazione facendo riferimento ad altre comprese quelle citate nella sentenza che li ha visti vincitori. “Sancisce i diritti delle lavoratrici e lavoratori coinvolti e conferma come il raccordo continuo tra territorio e livello nazionale sia vincente. Riteniamo sia stata una vertenza complicata, caratterizzata da colpi di scena e delicate elaborazioni delle linee giudiziarie da seguire, che ha visto i nostri avvocati portare avanti una strategia legale vincente, che non ha potuto che ottenere l’accoglimento delle nostre ragioni”.

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