Nuova Pescara, Matricciani sul voto di ieri: “Ecco perché ho detto Sì”

Riceviamo e pubblichiamo una nota stampa del Comune di Spoltore sull’intervento del presidente del Consiglio Comunale Lucio Matricciani in merito alla questione Nuova Pescara.

“Nell’ultima riunione dell’assemblea costitutiva (formata dai consiglieri dei tre comuni) si è approvato un documento che impegna i consigli dei comuni di origine (Pescara, Montesilvano e Spoltore) a discutere la relazione conclusiva sul processo di fusione. Nel corso del precedente consiglio comunale, è stato chiesto un rinvio alla data di oggi, per dare ai consiglieri il più tempo possibile per valutare e decidere in merito alla questione. Il voto dei tre consigli comunali, e quindi di questa assise – perché Montesilvano e Pescara si sono già espresse – può spostare l’istituzione del nuovo comune di un anno, dunque al primo gennaio 2024. Personalmente sono sempre stato contrario alla fusione e lo sarò sempre, ma come amministratore non posso ignorare il risultato referendario: sempre come amministratore, tuttavia, non posso accettare una fusione alle condizioni che si stanno prefigurando. La Nuova Pescara è ormai da anni legge, la legge regionale n. 26 del 24 agosto 2018. Come tutte le leggi va rispettata, ma noi siamo amministratori e il nostro compito è anche quello di chiedere di migliorarla. Questa legge regionale ha evidenziato diversi limiti, anzi tantissimi limiti. Dobbiamo capire se i cittadini, e il territorio di Spoltore, avranno dei vantaggi dalla fusione. E questo sarà possibile solo partendo dall’unione dei servizi, lo sto ripetendo mille volte: se non si uniscono i servizi, non c’è fusione, non serve la fusione. A questo proposito ho sempre chiesto l’introduzione di una norma di salvaguardia, nel momento in cui si uniscono i servizi: se sono vantaggiosi si va avanti, altrimenti non è detto che la fusione si debba fare. Una norma di salvaguardia che possa quindi consentire di tornare indietro o ad ogni modo di sospendere il processo di fusione nel caso in cui dovessero registrarsi difficoltà. Il rinvio di cui abbiamo bisogno, dunque, non è il 2024 o il 2027: si deve andare anche oltre, fino a quando non sarà garantito il funzionamento dei servizi. C’è un grande lavoro da fare prima di poter parlare seriamente e concretamente di fusione, vanno risolte centinaia di questioni amministrative e burocratiche, prima ancora che politiche, come ad esempio sul destino delle società partecipate. In considerazione della grande mole di lavoro da fare abbiamo sempre ricordato che le tre amministrazioni comunali non hanno risorse umane adeguate a supportare un percorso così impegnativo. Il personale è già poco per la gestione dell’ordinario: nel contempo, per quanto concerne la parte politica, sono state previste commissioni consiliari intercomunali e pluritematiche, alle quali sono state assegnati compiti tecnico-amministrativi non alla portata e non di competenza dei consiglieri comunali. Parliamoci chiaro, noi consiglieri comunali non abbiamo queste competenze, possiamo dare un indirizzo ma poi serve chi ha la professionalità. È incomprensibile come i favorevoli alla Nuova Pescara, alcuni dei quali divenuti tifosi irrazionali, siano impegnati periodicamente in dichiarazioni alla stampa senza mai proporre soluzioni tecniche e politiche a questa situazione, che è alla base dell’immobilismo vissuto fino ad oggi. Loro per primi dovrebbero sentire la responsabilità di questo fallimento, e invece tentano di scaricarla sui comuni e sui consiglieri comunali. A mio giudizio, anche sulla base di altre esperienze di fusione sperimentate in altre regioni, il percorso per l’unificazione di servizi e funzioni dei diversi Enti coinvolti all’interno del futuro Comune unico necessita di una fase preparatoria e progettuale nei seguenti ambiti di intervento:

  • Scelta sull’organizzazione istituzionale (Statuto)
  • Analisi e definizione dell’assetto organizzativo
  • Regolamenti comunali (ricognizione, analisi, approvazione)
  • Atti di programmazione territoriale
  • Ricognizione contratti, convenzioni e partecipazioni
  • Ricognizione dei procedimenti amministrativi.
  • Bilanci e strumenti di programmazione finanziaria
  • Tributi e Tariffe
  • Sistemi informativi, applicativi e gestionali
  • Archivi documentali.
  • Servizio anagrafe, stato civile e elettorale
  • Comunicazione ai cittadini

Solo una volta affrontati questi passaggi si potrà procedere con serenità alla fusione. Non si può e non si deve sbagliare: da questa nuova città i cittadini di Spoltore, e degli altri comuni, dovranno trarre benefici e miglioramenti sin dal primo giorno. In caso contrario, noi amministratori saremo responsabili di non aver svolto al meglio il nostro compito. Ho già in più occasioni ribadito che per me non cambia nulla tra la data del 2023 e quella del 2024. Per senso di appartenenza voterò in accordo con la volontà della maggioranza, affinché venga dall’assise di Spoltore la linea più coesa possibile, mettendo da parte le posizioni individuali. Il rinvio che votiamo oggi è soprattutto pragmatico. Serve a dare alla Regione il tempo di lavorare e ripensare l’intelaiatura della legge che costituisce la Nuova Pescara, nella quale una nuova tempistica sia solo il punto di partenza. Vogliamo che siano previsti dalla legge, e non solo da uno statuto che sarà approvato in via definitiva dall’amministrazione di Nuova Pescara, i poteri, gli indirizzi e le capacità di spesa dei municipi. Spoltore rischia di essere il territorio che paga i costi di questa fusione. Chiediamo che si faccia uno studio approfondito sulla situazione economica e debitoria di tutti e tre i Comuni, e che la fusione avvenga tra Comuni con bilanci sani. Non è eticamente e politicamente opportuno chiedere ai cittadini di Montesilvano e Spoltore il riequilibrio di un bilancio dal quale non hanno mai ricevuto servizi. Considerato che Pescara si trova in una situazione di pre-dissesto. La funzionalità dei servizi deve essere prioritaria: se non funzioneranno la fusione non si deve fare né 2027, né nel 2037”.

E poi ancora:

“In questi giorni sono comparsi anche nel nostro territorio i manifesti dell’ex consigliere comunale di Montesilvano Gabriele Di Stefano, che si chiede quale  valore politico possa avere il referendum consultivo di 8 anni fa, con i sì che a Montesilvano e Spoltore hanno vinto per pochissimo. Leggo testualmente perché mi ha colpito molto, condivido tutte le domande che si pone e lo ringrazio. _Chi vuole la fusione tra i Comuni di Pescara, Montesilvano e Spoltore? _Io lo immagino, è soltanto una speculazione imprenditoriale. _Vogliono cancellare le città di Montesilvano e Spoltore sulla base di un referendum consultivo, tenutosi più di 8 anni fa, con poca informazione, poca consapevolezza nella cittadinanza e con solo il 52% di Sì a Montesilvano e il 51% di Sì a Spoltore._ _Che valore politico può avere un tale referendum?_ _Può bastare per dare ai politici della Regione Abruzzo il potere di cancellare le nostre due città? Chi ha interesse affinché Pescara inghiotta Montesilvano e Spoltore? Dei destini di Montesilvano e Spoltore devono decidere i rispettivi cittadini, che conoscono la storia e le necessità dei propri territori e li vogliono tutelare dalle mire di chi, questi posti, non li vive quotidianamente. I politici sono eletti e pagati per fare la volontà dei cittadini, oggi che sul tema c’è la giusta attenzione e si sta sviluppando il dibattito, _e conclude_ li sfido a ripetere il referendum. _Queste sono le parole di Gabriele Di Stefano che ringrazio pubblicamente”.

Infine: “ voglio ribadire che non ho cambiato idea in questi anni, e resto del tutto contrario, in generale, alla fusione. Ma sono consapevole che esiste una legge da rispettare, e il mio dovere è farla andare avanti tutelando nel miglior modo possibile gli interessi dei cittadini di Spoltore, che sono chiamato a difendere. Oggi voto in linea con la maggioranza, fiducioso che la Regione possa discutere e prolungare questo processo nella maniera che ho già spiegato”.

 

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