Fase Due. I ‘grillini pescaresi’ chiedono il tampone su larga scala

 “Per affrontare serenamente la cosiddetta *fase 2* ormai alle porte, la prima *vera urgenza* è quella che Pescara abbia a disposizione migliaia di tamponi con cui testare la popolazione in vista della riapertura delle attività dal 4 maggio in poi”. Questo è l’avvertimento lanciato dal Movimento 5 Stelle Pescara, che sottolinea l’importanza di procedere con una campagna di tamponi su larga scala sia per conoscere il meglio possibile l’andamento reale del contagio, sia per individuare gli asintomatici prima che si possa tornare a circolare con minori restrizioni all’avvio della fase 2, rischiando così di compromettere tutti i sacrifici fatti finora. Una proposta che anche noi di Spoltore Notizie avevamo lanciato, già da diverse settimane e dettagliandone le modalità anche con il supporto economico di imprenditori locali, ma come spesso ci succede non c’è stata alcune risposta da parte delle istituzioni locali.

Di seguito la nota dei consiglieri pescaresi, che pubblichiamo in formato integrale sui nostri spazi, in quanto il problema riguarda anche la nostra Spoltore:

“La necessità di fare tamponi anche alle persone che non mostrano sintomi è segnalata dall’intera comunità scientifica. Lì dove la popolazione è stata testata interamente, si è riscontrato che i positivi al contagio erano quasi *3 volte superiori* al numero di pazienti con sintomi evidenti. Questo vuol dire che riaprire attività e servizi senza sapere se chi lavora in quegli ambienti sia contagiato o meno, somiglia più ad una roulette russa che ad una scelta consapevole” – commentano i consiglieri comunali M5S Erika AlessandriniPaolo SolaGiampiero Lettere e Massimo Di Renzo.

Il problema, come segnalato da tempo, è che i laboratori attivi sono alla loro capacità massima, e non riescono ad analizzare il numero di tamponi che sarebbe necessario fare. Questa situazione viene “denunciata da settimane” da medici di famiglia, ospedalieri e dai pazienti stessi che attendono troppo a lungo per avere i risultati, mentre i laboratori rispondono di essere in difficoltà e di lavorare con sovraccarichi ingestibili rispetto al lavoro quotidiano in questa situazione di grande emergenza.

“I problemi principali – proseguono i consiglieri pentastellati – riguardano i ritardi nell’ampliamento delle reti di laboratori certificati per l’analisi dei tamponi e l’approvvigionamento dei reagenti chimici necessari per le verifiche, che nelle quantità attualmente disponibili consentono di analizzare soltanto una parte dei test che si potrebbero eseguire. *Regione Abruzzo* e *Comune Pescara* hanno il dovere di farsi carico del problema e risolvere queste mancanze. Non è più il tempo di *provvedimenti spot* fini a se stessi, come la consegna di 70 mila mascherine chirurgiche *monouso* (quindi usa e getta) che saranno distribuite a *meno della metà della popolazione e senza alcun criterio*. I laboratori certificati vengano ampliati al massimo o se ne creino di nuovi, se necessario, e le loro attività vengano convogliate esclusivamente sull’analisi dei test per il coronavirus. A tal proposito si potrebbero utilizzare laboratori mobili o drive-in clinics, strutture per il prelievo di campioni attraverso il finestrino aperto dell’automobile su cui permane il paziente. E non vengano a dirci che è un problema di soldi, perché le spese per la prevenzione saranno sempre inferiori a quelli che potrebbero essere i danni di un’*epidemia di ritorno*. Serve un atteggiamento serio e cautelativo per la salvaguardia della salute, oltre ad una visione chiara per la ripartenza della vita e dell’economia della città”.

Da una settimana hanno riaperto librerie e cartolerie. Tra poco, e a scaglioni, riapriranno le altre attività produttive, artigianali e commerciali, ma nessun tampone è stato fatto a chi ha ripreso a lavorare e nessuno, né al governo della regione né tra gli esponenti di giunta o maggioranza di centrodestra a Pescara, si sta ponendo il problema di verificare la salute di chi tornerà a lavorare a breve e quindi ricomincerà ad essere a contatto con il resto della cittadinanza, una volta allentate le misure di distanziamento sociale.

Sn.it

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