“Assistenti domiciliari senza protezioni adeguate”. La Febo s’infuria sul web

Dopo oltre un mese dall’inizio delle restrizioni causate dal Coronavirus si risveglia la ‘silente’ politica spoltorese. Infatti se fino a ieri tra gli amministratori del nostro territorio, a parlare delle problematiche legate alla gestione della pandemia, oltre ai post ed alcune dirette facebook del sindaco, erano stati soltanto i ‘leghisti spoltoresi nella giornata di lunedì 20 aprile la ‘parola contraria’ (citazione Erri De Luca) é stata quella di Marina Febo. La consigliera di centrodestra, due volte candidato sindaco per Spoltore, ha scritto una lettera al primo cittadino Luciano Di Lorito manifestando una seria preoccupazione in merito al pericolo di possibili nuovi contagi. Nella missiva, che di seguito pubblichiamo in formato integrale, viene attenzionata la ripresa delle attività da parte degli assistenti domiciliari del nostro Comune ai quali sarebbe stato richiesto di tornare ad assistere nelle case gli anziani e gli invalidi. Da quanto riportato non ci sarebbero però le ottimali condizioni a garanzia della tutela della salute delle persone interessate. Ovviamente di questo non abbiamo contezza ma non abbiamo motivo di pensare che questa ‘sfuriata’ pubblica possa essere motivata da altre ragioni. Nella missiva viene, poi, chiesto un maggiore coinvolgimento di tutte le forze politiche territoriali alle quali si dovrebbe riferire sulla situazione generale. Registriamo il solito silenzio dei ‘grillini spoltoresi’, ma anche degli altri consiglieri comunali di maggioranza, sulla questione del taglio delle indennità e dei gettoni di presenza per pagare le spese dell’emergenza sanitaria.

Questa la lettera in oggetto:

“Caro Sindaco, cara Responsabile dei Servizi Sociali del Comune di Spoltore e dell’Ambito distrettuale sociale,
da questa mattina e’ stato richiesto alle assistenti domiciliari del nostro Comune di riprendere la loro attività nelle case di anziani e invalidi del territorio. La Cooperativa che le organizza li ha riforniti solo di poche unità cadauna di queste mascherine e questi guanti. Nessun’altra protezione o indicazione di protezione.
Basta leggere tutti i giornali per verificare che, nella Tabella di INAIL delle attività a rischio contagio Covid19, validata dal Comitato Tecnico Scientifico, proprio l’assistenza sociale non residenziale è considerata ad “alto rischio”.
Infatti, si tratta di rimanere oltre 15 minuti dentro luoghi chiusi con persone fragili di altri nuclei familiari, senza poter rispettare il distanziamento sociale.
Nel consegnare queste mascherine e questi guanti, la Cooperativa ha comunicato alle dipendenti che non erano riusciti a trovare altro e che in settimana avrebbero provveduto a fornirli di altri dispositivi di protezione individuale. Senza considerare che trattasi di materiale usa e getta.
Mi domando: quale protezione c’è per assistenti ed assistiti? Potete escludere, in queste condizioni, il rischio contagio? E se malauguratamente accade, chi è responsabile? Si dirà che le assistenti sono andate di loro spontanea volontà, come ho sentito dire?
Neppure le mascherine che il Comune sta consegnando ai cittadini in questi giorni appaiono idonee a proteggere le vie respiratorie.
Ho chiamato la Farmacia dell’Assessore della Tua Giunta per verificare le sue disponibilità ed è ben fornita da tempo anche di mascherine FFP2, gel e quant’altro. Sarebbe stata una ricerca facile da fare, anche da parte Vostra. Informate la Cooperativa che basta cercare e acquistare.
Mi pare doveroso un Vs. controllo immediato di questa situazione a 360 gradi, come vi sollecito già da giorni, purtroppo invano. Ugualmente sarebbe opportuno che il Sindaco riferisca ai consiglieri comunali sulla situazione generale e risponda alle loro domande.
Gli assistiti sono persone fragili che vanno tutelate insieme alle loro famiglie, ma anche le assistenti meritano tutte le garanzie possibili, trattandosi di lavoratrici per poche ore pagate anche con stipendi esigui e che magari non rifiutano perché hanno necessità di lavorare. A Voi il compito di proteggerle attraverso un adeguato controllo e questo non sembra proprio il modo più adeguato.
Oltre all’accesso agli atti già depositato, esercito l’accesso su tutti gli atti compiuti dalla Cooperativa, relativi e propedeutici alla ripresa di lavoro da parte di queste dipendenti, in conformità agli adempimenti previsti dalla legge”.

Ovviamente, come sempre, siamo disponibilissimi a riproporre su questo ed altri spazi le giuste repliche delle persone coinvolte.

La foto postata dalla consigliera Febo sulla sua bacheca Facebook

Sn.it

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