Febo: “Felice per Ranghelli. Fui richiamata da Bruxelles per raccogliere quell’eredità”

”Con profonda commozione e sincera soddisfazione, ho appreso la notizia della assoluzione dell’ex Sindaco di Spoltore, Franco Ranghelli ed altri e della conclusione dell’inchiesta giudiziaria che dieci anni fa decapitò la Giunta comunale”. Comincia così la nota stampa della consigliera comunale spoltorese Marina Febo che racconta a SpoltoreNotizie come ha vissuto quell’esperienza. “Proprio dopo quegli eventi – spiega la Febo –  io fui chiamata da Bruxelles dove mi trovavo per lavoro  a raccogliere quella pesante eredità candidandomi a Sindaco di Spoltore in contrapposizione a chi aveva sollevato quelle accuse e che da allora governa ancora oggi la città”. Per la Febo “è stato un onore avere Ranghelli al mio fianco come alleato politico sia nella prima candidatura nel 2012, che nella seconda nel 2017. Ho sempre creduto nella sua totale estraneità ai gravi fatti contestati, ne ho sempre apprezzato la grande cultura, l’alto senso etico delle istituzioni, la profonda lealtà nei rapporti politici, e sopra ogni cosa l’amore sincero per la città e la comunità. Ho sempre condiviso con lui l’idea che Spoltore meritasse di volare alto”.

Di seguito il comunicato stampa integrale:

“Invece, Spoltore doveva restare subordinata alle vecchie logiche e alle dinamiche di potere che ancora oggi purtroppo caratterizzano inspiegabilmente la politica locale. La verità che ora emerge da questa sentenza, seppur tardiva, prende per sempre il posto della rappresentazione immaginaria e strumentale di coloro che a suo tempo hanno semplicemente voluto destituire – riuscendoci purtroppo – chi stava provando a scrivere un capitolo nuovo nella storia della città. Ma anche oggi Spoltore non può e non deve cambiare e chi la governa da decenni deve restare al potere ad ogni costo, anche con l’aiuto di opache trasversalità che rendono granita la permanenza dei soliti noti”.

“È vero che la magistratura ha i suoi limiti: troppo tempo per conoscere il verdetto sui propri comportamenti e poche indagini su problemi che restano ancora irrisolti da decenni – il caso Arca è sotto gli occhi di tutti – alimentando nell’opinione pubblica la convinzione del “due pesi e due misure” e della legge non uguale per tutti. Ma sbaglia chi oggi vorrebbe puntare il riflettore sulla Giustizia”.

“Vi sono nomi e cognomi precisi a cui va attribuita la paternità delle gravi accuse che oggi sono state completamente smontate attraverso un lungo e articolato processo. E a loro che mi rivolgo invitandoli a porgere le scuse non solo ai diretti interessati e alle loro famiglie per la ingiusta sofferenza inflitta, ma all’intera città per aver scritto il capitolo più buio della sua storia che rimarrà come una macchia indelebile”.

“La magistratura ci ha consegnato la verità di questa vicenda, ma un futuro diverso per la nostra città è nelle mani dei cittadini”.

“Un pensiero commosso va a Luciano Vernamonte ed Ernesto Partenza che tanto avrebbero desiderato e meritato di ascoltare le parole dell’assoluzione e che purtroppo oggi non sono più tra noi”.

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